2010-05-18

Attack of the Killer B's (recensione)

recensione di attack of the killer b's degli anthrax

Anthrax - (1991)


Una raccolta di b-sides può rischiare di essere uno dei migliori lavori di una band? Evidentemente sì, visto che "Attack of the Killer B's" batte in freschezza e potenza d'urto qualsiasi altra cosa abbiano fatto finora gli Anthrax!
Vabbè, ho un po' esagerato per aumentare il pathos dell'opinione...
Con "Bring the Noise" si apre l'era del rap-metal (vogliamo chiamarlo crossover?) anche se questo esperimento in particolare lascia un po' a desiderare: i Public Enemy non sono più quelli di una volta, e gli scratch sono spesso fatti un po' a caso se non proprio del tutto fuori fase.
Tra l'altro, di per sé l'esperimento "Bring the Noise" non è originale: molti ci avevano già pensato- su tutti gli Aerosmith con i RunDMC!- senza però riuscire a creare un vero e proprio movimento... quello che porterà al nu-metal tanto per capirci... Ed è proprio questo il valore aggiunto di un brano storico ma tutto sommato composto in maniera approssimativa.
In ogni caso... la conferma di un batterista fuoriclasse (nel senso che, nel bene o nel male fa storia a sé) come Charlie Benante e di un sound troppo violento per le orecchie di una persona con un sistema nervoso normale (leggi per un non-appassionato all'arte siderurgica) è la base per affrontare questa raccolta. Del resto stiamo parlando della fine del thrash selvaggio: dall'album successivo, su pressione dell'etichetta il sound inizierà a farsi decisamente più commerciale.
L'inserimento di pezzi live è un valore aggiunto per questa raccolta! L'unico brano che lascia un tantino esterrefatti è l'oscena (nel vero senso del termine) "Startin'up a Posse", pazzia pura in chiave porno. Per il resto questo disco si snoda sulle sonorità già sentite negli album, con il solito punto debole nella pesantezza di alcune strutture melodiche. 
"Attack of the Killer B's" è una raccolta che dice molto sulle scelte editoriali della band, e fa trasparire (la conferma arriverà più avanti) il fatto che la rottura degli schemi sia più una questione di mode che una scelta di vita. Voto:6

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