John Campbell - (1988)
L'ultima occhiata alla carriera di John Campbell riguarda il suo primo album. Sembrerebbe un non senso e invece dietro a questa scelta c'è una ragione precisa: quella che ho io è una ristampa del 1994, quindi pubblicata postuma.
Si tratta del primo blues firmato dal chitarrista della Louisiana: un sound sporco e cattivo ma anche affascinante e inquieto, costantemente in bilico tra episodi puramente antifonici come l'iniziale "Going to Dallas" ed accenni rock che fanno da spia alla sterzata del disco successivo.
John Campbell riporta in vita il blues degli antenati, di padri putativi del calibro di Lightnin' Hopkins ed Elmore James, con una maestria da esperto e una freschezza da far schiattare d'invidia tutti quei gruppi che si sforzano a produrre inediti (che poi spesso tanto inediti non sono...), tentando in tutte le maniere di staccarsi dal revival puro. John Campbell no, lui non si interessa di queste diatribe sterili: al chitarrista di Shreveport interessa il blues antico e raffinato, scritto bene, da interpretare come se fosse stato il suo cibo quotidiano dalla nascita. In scaletta si alternano così una lenta ed alcolica "Bad Night Blues", una sferzata boogie come "Judgement Day", impreziosita da un'armonica a dir poco splendida, la classe chitarristica a metà via tra ragtime e country di "Deep River Rag" e un colpo di genio come la stupenda "Sunnyland Train".
Il risultato è uno dei dischi più ortodossi che il blues moderno abbia prodotto, uno dei migliori esempi di sound sudista antico e virginale, reso maestoso dall'infinita maestria di John Campbell. Indispensabile per i puristi, ma consigliabile a chiunque, "A Man and His Blues" racconta la musica nera senza forzare la mano, con il solo scopo di omaggiare i maestri del genere. Se è così, l'operazione sembra decisamente riuscita! Voto:7
P.S.: merita un accenno il disco dal vivo, pubblicato postumo nel 1993, "Live in Sinkkasten": non è il miglior John Campbell di sempre, ma di certo il più verace e istintivo. Peccato per la qualità delle registrazioni: non proprio ottimale.
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