Joe Cocker - (1973)
Il primo vero passo falso del cantante di Sheffield arriva a chiosa del lungo tour da cui è stato tratto "Mad Dogs and Englishmen".
Joe Cocker è stanco, inizia a risentire del peso delle sue dipendenze e non si accorge che pian pianino la sua musica inizia a mostrare qualche crepa, a farsi sempre un po' troppo uguale a sé stessa. Lo dimostrano la fiacca "Pardon Me Sir" e la spossata "High Time We Went".
L'unica caratteristica che non accenna a staccarsi dagli standard del passato è la bruttezza della copertina del disco. Per il resto il cantante inglese sembra veramente alle corde, sovrastato da una band che, invece di essergli amica, lo bombarda di accompagnamenti sontuosi senza rendersi conto della difficoltà del front man.
Le poche eccezioni si riducono a "Midnight Ride" degli Allman Brothers e la conclusiva "St.James Infirmary", un blues d'epoca adatto alle corde un po' stiracchiate del Joe Cocker del periodo. Il resto della track list è un macchinoso rivolgersi a quanto già fatto, un contorcersi sofferente su potenzialità enormi che non riescono più a tradursi in altrettanta qualità, un ostinarsi a prendere la musica di petto pur essendo evidente la fragilità del carattere del cantante, ad esempio dalle note dolenti di "Black-Eyed Blues" e "Woman to Woman".
Ciò non toglie che, dopo quanto fatto vedere con le prime tre pubblicazioni, ci si aspetti decisamente di più dal cantante britannico, così come dal resto della compagnia, poco attenta ai dettagli ed a tratti frastornante.
Da qui in poi la carriera di Joe Cocker sarà un continuo barcamenarsi tra alti e bassi, un lungo peregrinare che, attraverso tentativi maldestri come "I Can Stand a Little Rain" (1974), "Jamaica Say You Will" (1975; nonostante una maestosa "You Are So Beautiful") e "Stingray" (1976), lo porterà prima ad una tenue ripresa ("Luxury You Can Afford", 1978; "Sheffield Steel", 1982; "Civilized Man", 1984) e poi al boom di "You Can Leave Your Hat On" (cover rubata a Randy Newman) e del conseguente album "Cocker" (1986).
Da qui in poi il cantante di Sheffield diverrà un idolo delle masse, uno dei blues man più ricercati del Regno Unito, soprattutto per collaborazioni da prime time e routinarie scorribande commerciali. C'è solo un altro episodio che merita una considerazione particolare... Voto:6
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