Archspire - (2014)
Gli Archspire sono dei pazzi!
Non che sia una novità; chi avesse avuto modo di ascoltare il debutto della band canadese si sarà di certo accorto di quanto siano cervellotiche ed intricate le scelte strumentali di Oli Peters e soci!
Ecco, "The Lucid Collective" si spinge oltre quel limite, mostrando all'ascoltatore l'anima più perversa e psicotica di un movimento come quello techno-death metal- decisamente in voga nel nord del continente americano!- che ultimamente sta facendo parecchi proseliti. E quasi tutti capaci di proporre cose molto interessanti!
Tornando agli Archspire... l'impostazione della band di Vancouver è tremendamente contorta e ipertrofica, follemente innamorata delle scelte complicate, fortemente attratta da un modello sonoro che prende tanto dal death metal più tecnico e multisfaccettato, quanto dalla realtà progressiva, da quella thrash e da estremismi europei (le urla lancinanti di "The Plague of AM" non possono non ricordare quelle di Dani Filth!).
In questa maniera gli Archspire finiscono con il costruire un disco molto interessante ma anche parecchio difficile da seguire!
Sembrerà cosa da poco, ma per un tiepido amante di questo tipo di sonorità si tratta di una pecca da non sottovalutare!
Poi, certo, è indiscutibile la bravura tecnica di tutti i componenti la band: dalla precisione chirurgica della sezione ritmica alle virtuose incursioni di sei corde fino ai profondi suoni gutturali che escono dall'ugola di Oli Peters, tutto in questo disco è tremendamente sofisticato ed attraente sotto il profilo della pura classe strumentale.
Peccato che questo non sia l'unico metro di giudizio per chi usufruisca dell'arte degli Archspire!
Altro punto dolente del disco: per quanto si sia cercato di evitarne le conseguenze più deleterie con una durata sensatamente breve, "The Lucid Collective" fa molta fatica ad esprimersi nelle sue parti, suonando, anzi come un elemento unico e decisamente poco versatile dal punto di vista emotivo.
Insomma, la band canadese dovrebbe cercare di darsi una calmata di tanto in tanto, giusto per respirare un attimo prima di ricominciare a snocciolare ritmiche inconsuete e riff iperelaborati. Senza delle pause atte ad uscire da una perniciosa apnea, "The Lucid Collective" rischia molto velocemente di soffocare il gusto per l'ascolto. Cosa che di certo non aiuta il disco a farsi piacere!
Speriamo sia una questione di maturità e che con il tempo gli Archspire sappiano giungere a compromessi con la loro stessa tendenza ad estremizzare ogni singolo dettaglio della loro musica! Solo così questo delirio ipertrofico senza capo né coda potrà diventare qualcosa di sinceramente piacevole!
Voto:6
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