2015-02-14

Speciale Sanremo 2015: dalla 13a alla 7a posizione


13° "Sogni infranti" (Gianluca Grignani): penso siano vent'anni che Gianluca Grignani usa sempre le stesse linee vocali! Si stuferà prima o poi, no? Per ora sembra di no... comunque sia... accompagnato dal bassista di Elisa (il mitico Max Gelsi!), Grignani compone un pezzo discreto ma farraginoso, lo presenta con la solita svogliatezza e quel pizzico di mestiere che non guasta mai. Il risultato, però, non va oltre la mediocrità. Voto: 5,5
12° "Che giorno è?" (Marco Masini): l'unico cantante in gara ad avere già vinto il Festival, Marco Masini porta un brano interessante ma anche eccessivo e squilibrato. La prima carica del chorus è decisamente travolgente, la seconda stucchevole! La voce del cantante toscano non è più grintosa come una volta, ma il vero problema è un altro: Marco, fatti la barba! Voto:5,5
11° "Un attimo importante" (Alex Britti): quando parte il brano, l'unico pensiero possibile è: ti prego Alex, non fare cazzate! Superbo chitarrista, discutibile autore e mediocre interprete, ancora una volta Alex Britti si perde in un bicchier d'acqua! Però la Gibson che porta sul palco vale di per sé la sufficienza! Voto:6
10° "Il solo al mondo" (Bianca Atzei): la cantante vestita peggio di tutta la kermesse sanremese segue la scia delle varie Amoroso e Ferreri con un ugola ricca di singulti, ma anche strana e tremendamente roca. La canzone è una banale ballad in stile anni '60 con retrogusti renghiani, ma le stecche con le quali manca gli attacchi sono tutta farina del suo sacco! Voto:6
9° "Una finestra tra le stelle" (Annalisa): bella! No, non la canzone, intendo proprio la Scarrone! Ma mi sa che mi tocca parlare di musica... e allora ecco un'interprete caruccia, ben impostata, dotata di buona tecnica di canto- della quale abusa, strillando negli incisi!- e di una canzone tutto sommato piacevole. Manca di carattere, ma questo si sapeva già dai tempi di "Scintille"! Voto:6
8° "Sola" (Nina Zilli): subito un refuso mica da poco: il blues è un'altra cosa. Quello portato da Nina Zilli sul palco dell'Ariston è un rhythm n'blues di scuola winehousiana con venature miniane e forti familiarità lennoxiane (ascoltate "I Put a Spell on You"!), decisamente poco originale e scritto seguendo le sacre regole dell'ortodossia di genere. La cantante piacentina si salva con un'interpretazione abbastanza sofisticata e un buon uso dell'impatto scenico... per quel che vale... Voto:6,5
7° "Vita d'inferno" (Biggio e Mandelli): novelli Chocchi e Renato, i due Soliti idioti copiano un po' dalla storica coppia milanese, ma anche da Lillo e Greg e da Olcese e Margiotta (chi si ricorda "2 spermatozoi" sa cosa intendo!). Se non fosse per lo strepitoso uso della batteria di fiati, per una spiritosa autocensura e per la geniale rima Champion's League-Pepppa Pig, "Vita d'inferno" sarebbe una canzone dal valore nullo! Voto:6,5

Nessun commento:

Posta un commento