2015-02-17

Queen of the Clouds

recensione di queen of the clouds di tove lo

Tove Lo - (2014)


Ad ascoltare "Queen of the Clouds" senza conoscere la storia di Tove Ebba Elsa Nilsson, potrebbe essere facile inquadrare la giovane artista svedese all'interno di quella nutrita schiera di cantanti che ultimamente si sta accodando alle varie Lady Gaga, Sia e via discorrendo.
Questo perchè la musicalità della bella scandinava non esce più di tanto da quanto seminato dalle illustri colleghe sopra citate, risultando grosso modo niente più che un semplice palliativo delle mode correnti in ambito electro-pop.

C'è però un dettaglio da tenere bene in considerazione: Tove Lo, prima di trovare il modo di esordire con questo debutto solista, si è fatta la schiena scrivendo brani per altri e contribuendo al successo di pop star del calibro di Lea Michele, Cher Lloyd e gruppi come le Icona Pop e le Girls Aloud.
Che questo particolare possa valere da scusante per un debutto solista tutto sommato piuttosto noioso, è tutto da dimostrare; però è quanto basta per farsi venire qualche dubbio sul vero valore di una cantautrice evidentemente carica di idee e con ogni probabilità dalle potenzialità ben superiori rispetto a quanto si possa sentire in "Queen of the Clouds".

Ciò nonostante, a noi interessa soprattutto questo debutto discografico della cantante di Stoccolma, e, da questo punto di vista la situazione non è di certo rosea!
Vero, Tove Lo ci mette una discreta verve, qualche trovata interessante (la ruffiana e travolgente "Timebomb"), ritmi trascinanti e sonorità perfettamente in linea con le richieste del momento del mercato generalista. Va anche detto, però, che nel suo insieme "Queen of the Clouds" è un album piuttosto soporifero, valido come sottofondo per attività quotidiane di vario tipo, ma decisamente difficile da apprezzare di per sé, come opera fatta e finita.
Questo perchè brani come "Like Em Young" oppure "Talking Body" si perdono molto velocemente in un'insignificanza pop volatile e poco propensa a lasciare traccia di sé dopo il suo passaggio.

La costruzione della maggior parte dei brani è banale, spesso scontata, quasi esclusivamente votata ad un pop facile, dalla presa immediata ma decisamente volubile, incapace di far rimanere la sensibilità sul pezzo per un tempo maggiore rispetto all'effettiva durata del brano. E anzi, spesso portando l'ascoltatore a cedere alla tentazione di mandare avanti qualcuna delle tante tracce che già dalle prime note svelano tutto di sé.
Tove Lo avrà probabilmente una carriera sfavillante davanti a sé- anche perchè la ragazza ha un notevole sex appeal!- però per riuscire ad evadere dal personaggio che sembra esserle stato cucito addosso, deve riuscire a scavalcare la prevedibilità di questo esordio discografico.
L'alternativa è quella di accontentare le radio e fare felici le televisioni mediatiche, riscoprendosi tra qualche anno niente più che una delle tante interpreti di questa stagione pop.
Voto:5

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