2025-03-27

Negative Feedback Resistor

 


Destruction Unit – (2015)


Album strano “Negative Feedback Resistor”.

Direte: bella forza! Un album di un gruppo strano come i Destruction Unit non può che essere strano a sua volta!

Sì, c’è del vero in questo. Però in realtà non intendevo strano in quel senso. Quello a cui mi riferivo sono le incongruenze che stanno all’interno delle canzoni, tra una canzone e l’altra, nell’idea stessa posta alla base del full length. Provo a spiegarmi meglio…

Se stiamo parlando di una band che viaggia più o meno a metà via tra hardcore e garage rock, che ci stanno a fare effetti wah-wah- o qualcosa di simile- nel bel mezzo di un urto caustico come “Salvation”? Se la componente hardcore è quella predominante, perché le tracce durano fino a quasi 9 minuti? Se l’idea di fare un disco privo di compromissioni come le frange estreme dei generi a cui fa riferimento impongono, perché quel effetto da “suono da al di là del muro” che soffoca la musica e la rende tremendamente asettica?

Ecco, queste sono in soldoni le domande che mi sono fatto una volta finito di ascoltare “Negative Feedback Resistor”. Converrete con me che non si tratta di domande da poco. O almeno spero.

La band statunitense ci mette una discreta dose di inventiva e qualche trovata abbastanza affascinante, come ad esempio le deraglianti visioni psicotrope, un po’ hawkwindiane, dell’interminabile “Chemical Reaction/Chemical Delight”, però viene da pensare che se ci si fosse limitati a una porzione chimica invece che due forse il risultato sarebbe stato più immediato e meno frastagliato. Bastava forse anche metterci qualcosa in mezzo per ammollare un po’ la tensione e la sensazione di smarrimento, ma questa è solo una mia opinione da non addetto ai lavori.

Tolto l’effetto appannamento dato dalla produzione- per qualcuno un valore al merito, per me una scelta quanto meno discutibile- i brani più diretti e frontali sembrano quelli più funzionali e in qualche modo riusciti. Le elucubrazioni tra il psichedelico e l’ambiguo, invece, la componente più indisponente e fuori fuoco di un campionario che invece sembra voler fare proprio di questa caratteristica il suo punto di forza.

Detto altrimenti, i Destruction Unit sembrano aver puntato un rock molto primitivo, ruvido nella sua essenza e combattivo nei modi, l’abbiano preso per mano e gli abbiano sussurrato all’orecchio: guarda che se vuoi puoi anche arrivare qui, e qui e qui. Solo che il rock in questione non è che dia l’impressione di avere troppa voglia di seguire questi consigli, risultando anzi piuttosto recalcitrante a farsi ingurgitare dalle atmosfere come in “Animal Instinct”.

Ecco perché “Negative Feedback Resistor” è strano: perché sembra un album pensato in un modo ma poi elaborato trasbordando largamente dalle intenzioni primigenie.

Di certo non un lavoro che non meriti qualche considerazione, anzi! Per buona parte del viaggio gli stimoli non mancano e tutto sommato anche l’approccio sonoro appare invitante per un udito che sappia maneggiare con le dovute cautele del garage hardcore offuscato e shoegazeiato. Forse addirittura più invitante di quanto realmente non sia, soprattutto grazie all’ottimo lavoro della componente ritmica. Il problema è che poi la struttura portante cede sotto il peso del distorsioni e delle divagazioni, il gusto per l’ascolto si allontana un po’ in sofferenza non appena l’esagerazione inizia a fare capolino e a fine album resta giusto il tempo di chiedersi: ma cos’è che ho ascoltato?

Giudizio forse troppo poco lusinghiero per una band che comunque sta provando a portare generi di nicchia oltre il guado della prevedibilità. D’altra parte provare è una cosa mentre riuscirci è un’altra. Per ora i Destruction Unit sembrano solo provarci. Per capire se dovessero riuscirci bisognerà aspettare un altro po’.

Voto:6

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