Banco del Mutuo Soccorso - (1972)
L'introduzione "In volo"- richiamo alla tradizione classica (Ludovico Ariosto, se la mia memoria scolastica non mi inganna), tra l'epico e il mistico- fa entrare la mente in un mondo nuovo: un mondo fatto da angoscianti visioni di guerre e uomini morti e spettacolari passaggi allucinati, da realtà parallele dominate da maghi e cavalli a incubi musicali in piena regola.
Uno dei più importanti lavori di tutto il movimento progressive italiano si basa sulle capacità vocali di Francesco Di Giacomo, sulla preparazione tecnica di tutti i componenti la band, in particolare di Marcello Todaro, e sulla vena creativa di Vittorio Nocenzi.
Ne esce un album un po' ingenuo nelle sue spericolate incursioni strumentali, che ricordano in alcune parti gli ELP, ma che rappresenta una nuova frontiera per la musica in Italia. Frontiera che verrà superata del resto in "Darwin!".
La suite "Metamorfosi" stordisce i sensi con accelerazioni e assoli che variano dal sognante organo di metà pezzo all'angoscia della chitarra condita dai vocalizzi di Di Giacomo verso la fine. "Il giardino del mago" è una fantasia di 18 minuti in cui musica e poesia si sposano in un unicum di impatto notevole: l'ispirazione del duo Di Giacomo-Nocenzi spazia in piena libertà tra trip musicali e testi psichedelici. Musicalmente la miglior traccia è "R.I.P." con un attacco sconvolgente e un sound vivace a fare da anticamera al messaggio sociale.
La suite "Metamorfosi" stordisce i sensi con accelerazioni e assoli che variano dal sognante organo di metà pezzo all'angoscia della chitarra condita dai vocalizzi di Di Giacomo verso la fine. "Il giardino del mago" è una fantasia di 18 minuti in cui musica e poesia si sposano in un unicum di impatto notevole: l'ispirazione del duo Di Giacomo-Nocenzi spazia in piena libertà tra trip musicali e testi psichedelici. Musicalmente la miglior traccia è "R.I.P." con un attacco sconvolgente e un sound vivace a fare da anticamera al messaggio sociale.
La chiusura dell'album ritorna ad un classicismo elegante, che rilassa dopo un percorso tanto suggestivo quanto difficile.
Il Banco produce un primo lavoro di notevole spessore, che porta la band romana ad essere l'unica nel panorama progressive paragonabile alla PFM. Voto:8
P.S.: Esiste anche una versione economica su cd, risuonata nel 1990, che non vale l'originale ma merita un ascolto per gli arrangiamenti più sofisticati e i cori. Peccato perda un po' quell'aggressività, quella violenza che rende l'originale unico.
P.S.: Esiste anche una versione economica su cd, risuonata nel 1990, che non vale l'originale ma merita un ascolto per gli arrangiamenti più sofisticati e i cori. Peccato perda un po' quell'aggressività, quella violenza che rende l'originale unico.
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