Avalon - (1998)
Strano! Questo album sembra l’anello di congiunzione tra “Why Now” e “Mystic Places”. Riprende il gothic tendente alle sonorità anni ‘80 (“They Are In Between Us”) del primo, e le evoluzioni progressive (“Dancing With The Devil”) del secondo. Solo che non si tratta del disco di mezzo, ma del lavoro che dovrebbe fungere d ulteriore evoluzione del sound degli Avalon dopo il pur pregevole "Mystic Places".
Certo, "Vision Eden" non è un lavoro venuto male, ma di sicuro è un disco particolare. Come già nel secondo album, i pezzi migliorano in qualità man mano che l’album procede: con picchi notevoli in “Dancing With The Devil”, in cui viene inserito un growl particolare e sonorità orientaleggianti, e “Far Away”, suite che si evolve su tempi dispari con un ottimo inserimento di tastiere e chitarre.
Molto bella anche la chiusura, tutta strumentale, su una base di chitarra (pseudo)acustica e melodie sognanti. Colpisce la scelta di iniziare tutti i pezzi “in progress”: come se non ci fosse un inizio vero e proprio ma uno scorrere di musiche, un rimando a cose che possiamo solo immaginarci, a visioni!
I testi rimangono interessanti in molti pezzi (“Children of War”, in cui tra l’altro fanno capolino, nella parte strumentale, delle tastiere davvero suggestive, piuttosto che “Gene Genius”), e anche i cantati sono un passo avanti rispetto alle prime due uscite.
Voto:7
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