Enrico Ruggeri - (1991)
Il cantautore milanese si ricorda improvvisamente (nonostante ci fosse stato un precedente in "Il falco e il gabbiano" del 1990) che esiste anche il rock e che il pop inizia a stufare.
E allora via con vergognosi doppioni dei Queen ("Scelte di tempo"), con ammiccamenti street metal ("Piove su noi", che comunque sa molto di già sentito!), sempre spruzzati di un pop cantautorale tutto italiano, ruffiano e sempliciotto, e con un singolo- altro deja-vu a cui non so dare un titolo- scala classifiche che più banale non si potrebbe come la title track.
Ruggeri sembra metterci l'anima per apparire ridicolo, quando non imbarazzante. Spreca cartucce su cartucce imbastendo brani inutili e scontati, appesantiti dalle solite rime ovvie e da una musicalità che prende il meglio- dal punto di vista delle vendite, ovviamente!- del periodo e lo spreme dentro una decina di canzoni di cui nessuno sentiva l'esigenza.
Andiamo, non posso credere che Ruggeri non sia capace di scrivere qualcosa di meglio di "La band" oppure "Oggi chi sei?", per non parlare di canzoni come l'oscena ammissione di colpa di "Il dubbio", nella quale non si capisce se il cantante lombardo sia l'amante o il becco!
In realtà, dal punto di vista commerciale, questo è il periodo più splendente della carriera di Ruggeri: nel giro di cinque anni vince due volte Sanremo, prima con "Si può dare di più" (1987) con Morandi e Tozzi, e poi con "Mistero" (1993)- tratta senza troppi patemi dalla linea melodica di "Senorita", risalente al primo album solista- e sbanca i botteghini prima con "Punk prima di te" del 1990 e poi con "Bianca balena" nel 1993.
Ciò nonostante, dal punto di vista qualitativo rimane sempre un cantautore menomato, arrivato ad un passo dalla meta ma fermatosi là. Capace di scrivere canzoni stupende per gli altri ma in carenza di credito quando si tratta di interpretarle in prima persona. Dispiace dirlo ma con questo album Ruggeri dimostra una volta in più di essere un cantautore a metà! Voto:4
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