2012-05-14

Vertebrae

recensione di vertebrae degli enslaved

Enslaved - (2008)



La band norvegese ha fatto della progressiva maturazione dell'espressione artistica il suo punto di forza. Di album in album, di scoperta in scoperta, Grutle Kjellson e soci hanno perlustrato le possibilità creative di cui disponevano fino a trovare l'equilibrio perfetto, la matrice per il lavoro esemplare, ineguagliabile. Questo lavoro si intitola "Vertebrae" ed è un dispositivo sonoro così ben costruito da lasciare nettamente sconvolti dopo ogni traccia, dopo ogni ascolto!
I ritmi rallentano, la componente melodica raggiunge la sua massima espressività e le rarefazioni liquide delle incursioni acide nell'iniziale "Clouds" sono l'esempio più lampante, stordente e paralizzante di questo squisito senso per l'astratto musicale, per la sublimazione delle radici del gruppo con l'insegnamento dei Pink Floyd di "A Momentary Lapse of Reason".
Non si può non rimanere esterrefatti al primo ascolto di un trip così penetrante e prezioso! Gli Enslaved ormai possono fare con gli strumenti quello che vogliono: mettersi in coda ai Katatonia in "To the Coast" pur rimanendo più caustici, riprendere una volta in più il gruppo di Roger Waters nelle sinuose iperboli acustiche di "Ground", raggiungere picchi di entusiasmo progressive nella tecnica title track!
L'universo musicale si piega sotto le mani del combo scandinavo, e si rimodella in aspetti e frangenti che solo menti illuminate- e tecnicamente molto preparate!- possono concepire. Non c'è soluzione di continuità nell'ascolto di "Vertebrae": i brani scorrono tra vistuosismi e tecnicalità sublimi per poi contorcersi come un moribondo appena le atmosfere si fanno più aggressive e inquietanti ("New Dawn") e riespandersi in un modello multidimensionale con svirgolate ritmiche ed aperture melodiche dall'indicibile gusto estetico, capaci di conquistare anche il più restio degli ascoltatori. Non c'è una virgola fuori posto, non si riesce a trovare qualcosa di migliorabile neanche a cercarlo con la lente di ingrandimento!
Gli Enslaved coprono per intero la loro ormai enorme cultura musicale, allentando la morsa proprio quando sembra che l'ascolto inizi a diventare tedioso ("Center") e ricucendo uno strappo appena si presenta, senza lasciare possibilità di critica a chicchessia.
"Vertebrae" è una delle esperienze più appaganti ed emozionanti in ambito metal che abbiano visto la luce del primo decennio del nuovo millennio. Ulteriormente sorprendente se si tiene conto degli inizi stentati e del tutto avulsi da una qualsiasi ricerca melodica del gruppo norvegese. Non c'è altro da fare che chinarsi al cospetto della goduriosa bellezza di questo album. Superlativo! Voto:7,5

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