2012-05-12

Punch the Clock

recensione di punch the clock di elvis costello

Elvis Costello and the Attractions - (1983)



Dopo la sbornia di "Imperial Bedroom" ci si poteva aspettare un calo da parte del cantautore londinese. Invece, nonostante il valore di "Punch the Clock" non sia esattamente uguale a quello del suo predecessore, la qualità rimane a livelli altissimi!
Musicalmente parlando vale la pena soffermarsi su tre momenti di assoluto splendore. Accanto ad episodi non proprio eccezionali come la scanzonata e poco comprensibile "The Element Within Her" e variazioni di stile di facile consumo ("Everyday I Write the Book") ci sono assolute gemme sonore come "Charm School", "King of Thieves" e "Pills and Soap". La prima sconvolge con una sezione armonica che sembra cascare sbriciolandosi sopra l'udito dell'ascoltatore. Le perforanti note sciorinate delle tastiere sembrano cadenzati sgocciolii chiusi in un'atmosfera cupa e claustrofobica, data dal basso e da una sezione ritmica particolarmente concentrata sui toni bassi. L'emozione di smarrimento e sconcerto che regala questo brano è qualcosa di sublime.
Allo stesso modo si comportano le tastiere di "King of Thieves", ma questa volta, attorniate da un sound funky, leggiadro e vivo: l'effetto e di forte contrapposizione, ossia di scontro in campo aperto. In ogni caso un binomio di brani poco meno che perfetto!
Il terzo episodio favoloso del disco è la minacciosa "Pills and Soap", condita da un pathos potentissimo, dato da metriche ripetute ed ipnotiche ed un senso di ineluttabilità invadente e stupefacente.
Poi, certo, ci sono canzoni che molti autori potrebbero solo sognare: la piece politica "Shipbuilding" sulla farsesca guerra delle Falklands, che però musicalmente non va oltre un ideale secondo tempo di "Almost Blue", e, se non fosse per la tromba di Chet Baker sarebbe ben poca cosa; poi, un po' a casaccio si possono nominare la bordata concettuale di "The Invisible Man" e la piccata "Let Them All Talk", tutti pezzi degni del miglior Elvis Costello.
Ma la cura per i dettagli che fuoriesce dalle tre canzoni sopra citate è il vero segreto della profondità e dell'efficacia dei lavori del cantante britannico, pur essendo quasi tutto l'album costruito su uno scolastico rhythm n'blues piuttosto che su un banale pub rock: la ricerca dei riverberi giusti, la misura nel mescolare le componenti e la bravura nel gestire la potenza dei fiati e dei cori sono le caratteristiche che, accanto ai testi, fanno di "Punch the Clock" un altro grandissimo lavoro di Elvis Costello. Voto:8,5

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