Giorgia - (2003)
No! Non giudicate il sesto lavoro in studio di Giorgia Todrani dalla prima traccia: non è fondamentale quella patetica presa di posizione, quella specie di ripicca intrisa d'orgoglio con contorno di elettronica che va sotto il titolo di "Spirito libero". Non è questa la Giorgia che si vuol far apprezzare! Non è la cantante ammirata e criticata in passato, quella che inizia l'album con un versamento di bile piuttosto maldestro. Il bello della cantante romana viene fuori più avanti, quando ormai tutto è dato per perso, quando la speranza inizia a vacillare sotto i colpi gobbi di una ballad soul infantile ("Vetro sul cuore"), di una spiritosa paraculata in odore d'oriente ("La Gatta (sul tetto)" e di uno pseudo-metal disgraziato ("Toxica").
Quando proprio non c'è più niente da fare e un disco moribondo si appresta a diventare cadavere sotto una sequenza di fendenti letali come "Viaggio della mente", "Scivoli di ghiaccio" e "Il lupo" e viene tenuto in vita dall'unico lento degno di attenzione ("L'eternità") e dalla nuova, commovente dedica ad Alex Baroni ("Per sempre") ecco che si palesa una via d'uscita, una rinascita: "Gocce di memoria"! Che cosa c'entri con il resto della track list non è dato sapere: l'ultima traccia vive in un mondo a sé, esercita il suo potere incantatorio da sola, isolata dal contesto nel quale si trova. Ma bisogna ammetterlo: è un pezzo meraviglioso!
Certo, si tratta di un brano che sta molto meglio nella colonna sonora di "La finestra di fronte" di Ferzan Ozpetec, piuttosto che in un album tutto pop, arrembante di rhythm n'blues e soul e fondamentalmente avulso da qualsiasi contatto emotivo con l'ascolto. L'ultima traccia è un mondo a sé stante, incapace di vivere in continuità con il resto del disco, fortemente legato ad una dimensione che nulla c'entra con le musiche proposte lungo tredici tracce piatte ed inconcludenti.
Come valutare un album fatto da una mezza dozzina di baggianate, qualche spunto valido e una perla accecante? Meglio optare per un'aspra critica per quasi un'ora sprecata, o premiare un unico momento di apoteosi emotiva? Io sono per la prima soluzione, ma non biasimo chi possa preferire la seconda. Voto:4,5
P.S.: nel 2005 la cantante romana pubblica un disco dal vivo per la serie "MTV Unplugged": tra canzoni autografe e recuperi della tradizione black ci si accorge che il campionario è scarno e le interpretazioni in calo. Uno spreco!
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Non so se leggerai questo commento, comunque ho notato che tra i pezzi non hai nominato "Vento del deserto", la terza traccia. A mio parere ha un testo valido ed è interpretato molto bene, anche se l'arrangiamento non mi convince molto. Tu cosa ne pensi?
RispondiEliminaNon ho citato "Vento del deserto" perchè, a mio giudizio è una traccia trascurabile: opinabile sotto il profilo estetico- leggi: accompagnamenti e cori- troppo legato a canoni rhythm'n'blues piuttosto standardizzati e relativamente asettico dal punto di vista concettuale. Grazie per il commento!
EliminaDi niente, grazie a te di aver risposto!
RispondiElimina"Scivoli di ghiaccio", oltre ad essere un riempitivo davvero brutto, ha anche un testo molto fraintendibile.
RispondiEliminaDomanda: Cosa intendi per "fendenti letali"?
RispondiEliminaUna semplice metafora... a quel punto del disco, più che una serie di canzoni sembra che all'ascoltatore arrivino una sequenza di manrovesci piuttosto dolorosi...
Elimina"Come si fa?" a mio parere è un triplo fendente letale
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