Frank Zappa - (1976)
Basta con gli ospiti invadenti! Non se ne può più di amici e confratelli che fanno il bello ed il cattivo tempo negli studi di registrazione del cantante di Baltimora!
Questo deve aver pensato Frank Zappa quando si è messo a lavorare a "Zoot Allures", l'album della rinascita sperimentale, ultimo sano e corposo alito di avanguardia rock che uscirà dal suo estro.
Certo, ci sono ancora Ruth Underwood e Roy Estrada, vecchi compagni di merende. Ma il grosso della band è inedito e si basa sulle farneticazioni dello stesso Zappa e sulla bravura incontrovertibile di Terry Bozzio alle pelli.
Per capire l'album bastano alcuni titoli: "Wind Up Working in a Gas-Station", "The Torture Never Stops", "Find Her Finer" e soprattutto "Disco Boy", una versione in pieno stile Zappa di quello che sarà la disco music di lì a pochi anni.
Merita un appunto anche la strumentale "Black Napkins" (registrata dal vivo ad Osaka agli inizi del '76): da un bel po' di tempo il caro Frank non si sentiva così ispirato ed istrionico con la sua sei corde tra le mani!
Poi ci pensano l'inesauribile voglia di non mollare ed un tumore alla prostata a mettere fuori gioco il più folle e geniale destrutturatore del rock, non prima però di aver concepito il suo capolavoro orchestrale, "The Yellow Shark" del 1993, un colpo di genio!
Non è possibile rendere l'influenza storica, la sfrenata fantasia compositiva e l'acume strumentale di Frank Zappa se non attraverso la sua musica, ascoltando e riascoltando i suoi dischi, le provocazioni e le idee sonore e cercando di capire. In fondo è quello che lo stesso Zappa ha sempre voluto: farsi capire! Voto:7
P.S.: uno dei migliori live della carriera del cantante italo-americano è "Zappa in New York", del 1978. La band di supporto è fenomenale, condita da una batteria di fiati sbalorditiva; e vicino a vecchi e nuovi successi ci sono degli inediti a dir poco entusiasmanti, su tutti la stupenda "The Illinois Enema Bandit"!
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