Si tratta di un lavoro di scatenato ed arrembante thrash metal fortemente attratto da manie hardcore, un album tosto e diretto che di certo piacerà a tutti gli amanti del metal di derivazione punk più terremotante e privo di fronzoli.
Anche se la band newyorkese una volta in più dimostra che è l'energia interpretativa e non la fantasia compositiva a guidarne le gesta, questo quinto lavoro in studio di Sal Lococo ha tutte le caratteristiche per conquistare gli appassionati della siderurgia più istintiva e scapestrata.
Vi propongo un'altra pubblicazione in territori metal: "Sonic Syndicate" (2014; Voto:5), quinta creatura sonora dell'omonima band svedese.
Leggerino e decisamente oltre il limite sopportabile di ruffianeria, questo inaspettato ritorno della band scandinava dopo quattro anni di assoluto silenzio- e parecchie liti!- convince decisamente poco e piace ancor meno. Vuoi una scrittura un po' troppo morbida e derivativa (l'iniziale "Day of the Dead" può valere da esempio!), vuoi qualche svisata di troppo in ambiti elettronici, vuoi testi eccessivamente debitori nei riguardi dei clichè tipici del death metal melodico, vuoi un'altra dozzina di particolari vari ed eventuali... fatto sta che "Sonic Syndicate" è un album scadente e poco adatto a fare da apripista al nuovo corso della band svedese dopo gli stravolgimenti degli ultimi anni.
Cambiando completamente ambito, segnaliamo la pubblicazione di "Greatest Hits Decade 1" (2014; Voto:5), prima raccolta ufficiale della cantante country-pop Carrie Underwood.
Salita alla ribalta grazie alla vittoria del talent show American Idol nel 2005, la cantante statunitense- forte di un timbro vocale molto vicino a quello di Christina Aguilera!- ha voluto fare un riassunto della sua prima decade di attività artistica con un disco tutto sommato piacevole e frizzante ma anche privo di quella personalità che almeno in qualcuno dei full-length originali si era potuta apprezzare. Ci sono tutti brani di maggior successo, oltre ad un singolo inedito ("Something in the Water"); però, vuoi per una scrittura piuttosto standard, piuttosto che per canzoni che si adagiano quiete su clichè un tantino abusati, questo doppio riassuntivo non sembra particolarmente significativo se non per chi abbia innalzato Carrie Underwood a simbolo della propria realtà musicale.
Segnalo anche il ritorno sugli scaffali dei negozi di musica di una band leggendaria del panorama rock n'blues: i Canned Heat!
Per festeggiare i 50 dalla formazione del gruppo, Fito De la Parra- unico superstite della line-up originale- e Larry Taylor hanno deciso di pubblicare questo disco dal vivo, registrato il 16 marzo a Bonn. Un bel disco di rock n'blues su tempi di boogie, come tradizione impone; ma anche un lavoro che fa tornare a galla quella nostalgia per i tempi andati che solo i vecchi album della formazione originale, con Bob Hite e Alan Wilson, riescono a lenire.
"Songs from the Road" (2015; Voto:6,5) sa molto di operazione "non dimenticare"; e da questo punto di vista, il suo compito lo svolge egregiamente!
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