2016-03-18

Gordon

recensione di gordon dei nomadi

Nomadi - (1975)


Durante il travaso degli anni '60 nel decennio successivo, i Nomadi sembrano a tutti gli effetti coerenti con il monicker scelto per il gruppo: vagabondi in cerca di un'identità!
La band di Gustavo Daolio si barcamena tra riflessi tardo-beat, cover di successi stranieri, un rapporto mutualistico con Francesco Guccini che mostra le prime crepe e un cantautorato ancora tutto da affinare.

Il risultato è deprimente!
Gli album sono solo un lontano ricordo, i 45 giri non vendono e l'immagine della band sta barcollando in attesa del colpo di grazia. Il quale arriva impietoso per mano degli stessi Nomadi: "Gordon", quarto album di inediti del gruppo emiliano, è unanimemente ritenuto il più brutto della storia del gruppo!

Non a torto, verrebbe da dire! Perchè effettivamente il full-length ha gran poco da dire e lo fa nella maniera peggiore possibile! Cioè copiando- "Ritornerei" ricorda non poco certe soluzioni vocali del Banco del Mutuo Soccorso, la title track riprende il Battisti coevo- mostrandosi pretenzioso e vanamente spocchioso, e cercando vani appigli in un concetto sonoro dal respiro internazionale, inutilmente ricercato, quasi sempre inopportuno.
"Gordon" è evanescente ed impacciato, vive di una poetica che prova a mostrarsi forbita ma scade quasi subito in un'espressività fine a sé stessa, per lo più incomprensibile, quasi sempre forzatamente ermetica e ostinatamente elementare.
"Sorprese", "Ritornerei", "Vittima dei Sogni"... non c'è un unico brano di questo album che sia sopravvissuto alla critica ed al giudizio del pubblico: basterebbe questo per stroncare "Gordon" senza troppi rimpianti. Il problema è che il quarto album di inediti dei Nomadi riesce ad andare oltre, a spiazzare anche l'ascoltatore già conscio di essere al cospetto di una missione fallita. Questo a causa delle eccessive ambizioni di un gruppo provinciale che osa esprimersi da cosmopolita, risultando niente più che patetico in quasi ogni sua rappresentazione sonora.
Insomma, non sono questi i Nomadi che passeranno alla storia. E di certo non sono questi i Nomadi che piacciono al pubblico devoto ad Augusto Deolio e compagni.
I Nomadi sono sangue e terra, spirito provinciale e lotta di quartiere, copro a corpo dell'essere sociale a contatto con la realtà entro la quale è costretto a vivere. E, sia ben chiaro, i Nomadi di "Gordon" sono tutto tranne che questo! E sono tutto tranne che una band che fa buona musica!
Voto:3

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2 commenti:

  1. questo recensore va recensito per un pressapochismo che sovrasta l'emiliofedeltà. E' credibile come la covata dei leccaculi berlusconiani quando sostengono che Ruby è la nipote di Mubarak. Stesso ceppo genetico di questa banda di fenomeni.

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    1. Sinceramente non ho capito la critica, caro anonimo. In cosa consisterebbe il pressapochismo? Cos'è l'emiliofedeltà? Il punto potrebbe essere: chi tocca i Nomadi è un leccaculo berlusconiano? Mah... comunque, per la cronaca, mai votato Berlusconi in vita mia, in qualsivoglia forma lo si possa pensare. Se può bastare questo...

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