2016-03-14

Her Halo

recensione di her halo dei teramaze

Teramaze - (2015)


Una volta scatenato l'animale creativo che hanno dentro, i Teramaze sembrano non volersi fermare più!
Sono passati meno di dodici mesi dall'exploit di "Esoteric Symbolism", l'album che ha lanciato i Nostri dopo quasi vent'anni di assoluto anonimato. Ed ora ecco che arriva "Her Halo", full-length che se non supera in splendore il suo diretto predecessore, di certo non casca tanto lontano in quanto a qualità espressiva e personalità.

La band australiana continua sugli standard di "Esoteric Symbolism" per quel che riguarda la struttura base: un metal progressivo capace di essere tosto grazie ad una componente ritmica decisa ed intraprendente e, al contempo, elegante e virtuoso per mano delle chitarre e delle maestose scenografie orchestrali. E poi c'è Nathan Peachey, cantante che di album in album sta maturando, diventando sempre più versatile e convincente.
"An Ordinary Dream" mette bene in luce queste caratteristiche, risultando a tutti gli effetti un'opener di rara efficacia. Lo stesso si può dire per gli altri brani lunghi del lotto, l'ottima "To Love, A Tyrant" e la conclusiva "Delusions of Grandeur", entrambi manifesti perfetti di quello che si sta di pubblicazione in pubblicazione formando come il sound alla Teramaze.
Che, a dirla tutta, altro non è che una rivisitazione dei vecchi cari Vanden Plas e dei maestri del prog-metal Dream Theater. La differenza la fanno la freschezza della proposta sonora e l'incredibile forza espressiva di quasi tutti i brani, elaborazioni sonore arzigogolate ma mai pesanti, capaci di inserire il virtuosismo del singolo senza scadere nella leziosità, ma traendo nuova forza per un lavoro corale sempre più spinto in direzione di un personale modo di intendere il metal barocco.

Che poi, in "Her Halo" di barocco ci sia gran poco, conta il giusto... i Teramaze prendono spunto proprio da quella realtà per fare delle loro canzoni un continuo sali-scendi di melodie e improvvisi stacchi iper-tecnici, momenti dal pathos stordente e veri e propri assalti agli spartiti più complessi ed ingestibili!
Come nel caso di "Esoteric Symbolsm", anche in "Her Halo" la produzione sembra imprecisa e poco attenta, magari non rovinosa come nel caso del disco del 2014 ma comunque migliorabile sotto molti punti di vista. In ogni caso, questo quinto lavoro sulla lunga distanza dei Teramaze piace e convince, permettendo così alla band australiana di portarsi a ridosso dei grandi nomi del metal progressivo mondiale.
Una bella soddisfazione per un gruppo che ha lavorato sodo per diventare quello che è, cioè una gran bella realtà che, con un ulteriore sforzo può raggiungere i vertici assoluti della composizione sonora!
Voto:7

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