Enrico Ruggeri - (1985)
All'improvviso ci si ritrova con un Ruggeri votato all'intimismo e profondamente cantautorale, che cerca sia con la parola che con le musiche di arrivare ai sentimenti in maniera meno sfrontata e più poetica rispetto al passato. Il ché riesce pienamente con il testo dell'iniziale "A mia moglie", veramente denso e pregno di significati profondi ed intensi. Peccato che la struttura melodica sia contemporaneamente la copia perfetta del Dalla coevo e del Renato Zero di "Cercami"!
La tristezza velata di melanconia che il pezzo emana è deturpata da questi richiami celebri, ed è veramente un peccato!
Molto meno efficace sembra invece "Il futuro è un ipotesi"- primo singolo estratto dall'album!- sia per la partenza pomposa che va a sfociare in un pop abbastanza di maniera, che per un livello di scrittura non esattamente lucido.
La melensa "In trincea!"- musicalmente poco meno che imbarazzante, soprattutto a causa di tastiere sinceramente ridicole!- e la bertoliana "La vita corre ancora" formano la parte meno autentica e riuscita del disco: entrambi i pezzi sono musicalmente obsoleti ed esteticamente bruttini, ma soprattutto presentano testi esageratamente tirati, quasi la porzione poetica fosse divenuta improvvisamente invadente e pressante.
Certo, "Savoir Faire" è un altro gran compromesso delle menti del cantautore lombardo e della Bertè, però si tratta di un caso troppo isolato per essere influente nell'economia del disco, e comunque solo lontano parente della sublime "Il mare d'inverno".
Con questo album Ruggeri ha osato, è evidente! Però forse si è oltrepassato il limite della decenza acustica. Si spera non ci vorrà molto perchè il cantante ex Decibel rinsavisca e ritrovi una misura per le sue musiche. Intanto bisogna mandare giù questo boccone amaro senza essere riusciti a capire se il ragazzo ha qualità ma non si applica, o se al contrario si applica pure troppo... Voto:4,5
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