Epica - (2009)
Questa recensione potrebbe ridursi tranquillamente ad una parola: perfetto!!!
Ma siccome sono un tantino sadico, vedrò di esplicitare un po' meglio questo concetto...
Gli Epica, verso la fine del primo decennio del nuovo millennio decidono di accettare la proposta degli organizzatori del Miskolc International Opera Festival, tenutosi alla Miskolc Ice Hall, in Ungheria, il 14 giugno 2008. E' la sublimazione dell'idea metal del gruppo, in particolare della triade Jansen-Simons-Huts, di formazione classica.
Il doppio cd live è organizzato in due parti: il "Classical Set" copre la quasi totalità del primo disco, mentre l'"Epica Set" trascina l'ascoltatore nella seconda metà del concerto, per un totale di due ore e mezza di incredibile trasporto, di energia e potenza espressiva, classe e divertimento.
Una "Dies Irae"- presa dal "Requiem" di Verdi- così potente, capace di stordire qualsiasi orecchio in soli due minuti, non si era mai sentita. Così come l'eleganza dell'"Ombra mai fu" (Handel) piuttosto che la leggiadria del tema di "Pirati dei Caraibi". La parte classica (o quasi) del campionario della band olandese lascia a bocca aperta, stordisce e seduce, picchia e accarezza senza soluzione di continuità, passando da Dvorak a Prokofiev, da Vivaldi a Pergolesi, fino alla "Marcia Imperiale" di "Star Wars".
Per fortuna si tratta un dettaglio al limite del trascurabile nella dinamica del live. O per lo meno, è una pecca che scompare appena la mente incrocia la meravigliosa e cristallina voce di Simone Simons di "Ombra mai fu" e "Stabat Mater Dolorosa", autentici gioielli sonori.
Poi, entrando nell'universo degli Epica, si arriva all'orgasmo acustico nel giro di un paio di brani: l'intro "Indigo", molto più efficace con orchestra a seguito rispetto all'originale, l'epica "The Last Crusade" e la superlativa "Sensorium" potrebbero valere una carriera per qualsiasi band normale!
Ma gli Epica sono tutto tranne che normali! E allora giù con l'eleganza melodica di "Chasing the Dragon", con l'irrequieta e tenebrosa "Cry for the Moon", con la potenza dei cori di "Sancta Terra" e con le due superlative suite che hanno reso gli Epica uno dei gruppi capofila del metal sinfonico: "The Phantom Agony" e "Consign the Oblivion".
Tra l'altro, se Van Weesenbeek era sembrato eccessivo e fuori luogo nel terzo album del gruppo e in qualche fase del set classico, in questa seconda parte del live mette a ferro e fuoco le sue pelli e sforna una performance talmente spettacolare e tecnica da lasciare a bocca spalancata anche batteristi navigati!
Un ultima nota: la confezione del doppio live è quanto di meglio si possa chiedere sul mercato! Niente stramberie kitsch o idee megalomani; semplicemente un cofanetto elegante, con foto, libretto di presentazione e i nomi di tutti i 70 membri di orchestra e coro che, ottimamente guidati dal maestro Zsolt Regos, hanno permesso agli Epica di sbalordire il sottoscritto. Insomma, come dicevo all'inizio, un lavoro perfetto! Voto:10
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