2012-05-14

Design Your Universe

recensione di design your universe degli epica

Epica - (2009)


La questione si fa decisamente complicata! Il gruppo di Marc Jansen sforna un lavoro che stimola a dismisura l'appetito acustico, complicando ulteriormente il songwriting ma allo stesso momento fluidificando la proposta, alleggerendola da quella pesantezza che aveva condizionato l'album precedente.
Isaac Delahaye entra nella line-up al posto del chitarrista Ad Sluijter, portando in dote il suo riffing più corposamente death e influenzando in tal modo tutto il gruppo, già di suo rivolto in quella direzione da "The Divine Conspiracy" a questa parte.
Concettualmente parlando il disco riprende il tema di "A New Age Dawns" da "Consign to Oblivion", ripartendo con un altro sequel subito dopo aver chiuso quello di "The Embrace That Smothers": dalle prevaricazioni fatte sotto i vessilli religiosi si passa alla questione della fine del mondo. Certo, a fianco alle apocalittiche visioni di diretta derivazione Maya ci sono le solite, impegnate ed impegnative escursioni nel sociale, nella politica e nella quotidianità.
Dal punto di vista musicale se non siamo alla rivoluzione poco ci manca: si prenda la brutale apertura di "Martyr of the New World", death metal asfissiante e letale! Oppure la lunga ed elaborata "Kingdom of Heaven" e le sue pellegrinazioni progressive metal, capaci di strappare dall'aldilà anche un morto!
Il sound è diventato maturo, incisivo; non più delicatezze sinfoniche vecchia maniera ma veri e propri assalti lancia in resta! Violini ed orchestre sono presenti, ma solo come compendio della brutale avanzata delle asce della coppia Jansen-Delahaye, ottimamente tenute in primo piano da una componente ritmica incisiva e fantasiosa e dalle tastiere puntuali e calibrate di Coen Janssen.
Poi, che ve lo dico a fare, c'è Simone Simons, la migliore voce femminile in ambito metal! Ottima in ogni dettaglio, precisa e al limite della perfezione in qualsiasi traccia, la rossa mezzo soprano si supera in almeno due episodi del disco: nell'avvolgente "Tides of Time" e nella drammatica conclusione della title track! Siamo all'orgasmo puro fatto musica!
Per la prima volta ogni membro del gruppo olandese è una parte influente e fondamentale del tutto, ogni strumento si esalta e moltiplica la sua efficacia a contatto con gli altri, demolendo il ricordo degli album precedenti e conquistando prepotentemente l'attenzione dell'ascolto. Formidabile!
Ad ogni passaggio questo lavoro seduce un po' di più, isola i concetti e li innonda di gusto estetico e potenza espressiva, calibrando magistralmente ogni parte per creare un tutto superbo, imperioso!
L'unica controindicazione di questo quarto album degli Epica è una certa macchinosità che si palesa al primo ascolto, rendendo il disco tutt'altro che semplice da affrontare a viso aperto. Difatti "Design Your Universe" è un lavoro che andrebbe studiato, mirato e rimirato per infinite volte e riuscirebbe sempre a dare nuove soddisfazioni, ulteriori testimonianze di un livello di scrittura ormai senza limiti. Gli Epica riescono a cambiare marcia e superare le perplessità sopraggiunte dopo il terzo, ambiguo lavoro in studio. Chapeau! Voto:8,5

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