2012-05-10

Eric Clapton

recensione di eric clapton

Eric Clapton - (1970)



Pur essendo ancora giovane, nel 1970 Eric Clapton ne ha già viste di ogni: album e concerti strepitosi prima con gli Yardbirds, poi con i Cream ed i Blind Faith: una serie inesauribile di successi ed eccessi- in primis la cocaina- e la volontà di fare di testa sua che pian pianino emerge e diviene incontrollabile.
Così nasce l'esordio solista di uno dei chitarristi più amati e invidiati del vecchio continente.
Il disco non è di quelli che rimangono impressi al primo ascolto, non va neanche vicino alla feroce efficacia che verrà messa in mostra nei panni del suo alter ego Derek, nè possiede le idee innovative e temerarie che avevano fatto la fortuna dei Cream. Questo album è fatto di sano rock n'blues, sporcato qua e là da influenze a stelle e strisce, in particolare dal gusto sudista e gospeliano, ed emotivamente parlando, molto inclusivo ed impersonale.
Lo testimoniano brani versatili e giocosi ma anche intensi e viscerali come la cover di J.J.Cale- grande maestro della chitarra rallentata tipica di Clapton!- "After Midnight" e la bellissima "Let It Rain", conclusione in bianco e nero- più Beatles che B.B. King tanto per capirci- di un disco non sempre all'altezza delle aspettative.
Timido, quasi impacciato in "Blues Power" e "Lovin' You, Lovin' Me", il chitarrista inglese non riesce a far uscire in pieno la sua classe, limitandosi troppo spesso ad un compitino di facciata, tanto per fare qualcosa in attesa di tempi migliori.
La Fender di Clapton riesce a graffiare solo nell'iniziale "Slunky", grazie soprattutto alle cariolate di riverbero che rendono la sei corde uno stiletto, nella dolce "Don't Know Why" e nell'acidognola e alcolica "Bad Boy", risultando invece un po' schiacciata quando le musiche si fanno più dense e corpose, intarsiate di fiati e cori, come per esempio in "Lonesome and a Long Way from Home".
Ci sarà tempo per far uscire la classe cristallina, purissima, di Eric Clapton, a partire dal progetto Derek and the Dominos che prenderà piede da lì a poco; per intanto bisogna accontentarsi di un disco carino, piacevole ma a conti fatti abbastanza piatto e banale. Voto:6

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