Erikah Badu - (2003)
Erikah Badu l'ho scoperta tardi- quando i momenti migliori ("Baduizm" e "Mama's Gun") erano già passati- grazie ad una delle persone più preparate sul genere e che mi manca parecchio. Ma, a parte i sentimentalismi...
L'underground planetario della cantante texana è un impasto forte, ben amalgamato, che però tradisce una certa stanchezza compositiva piuttosto evidente. L'elegante e sinuosa impalcatura di "Bump It" è un'esperienza acustica straordinaria, al limite del psichedelico, fatta di visioni e ritmo, ondulazioni sexy e spirito ribelle. Le evoluzioni di "Back in the Day" fanno riassaporare in pieno la Lady Day dei giorni nostri, offrendo in pasto all'ascolto una classe sopraffina ed un senso estetico prossimo alla perfezione. E l'ulteriore vena ipnotica di "I Want You", con il suo crescendo irresistibile e quel senso di inviolabile trip che emana dall'appariscente costruzione minimale ne svela l'anima affascinante e profonda. Poi basta.
Il richiamo del tema iniziale a fine album, a creare un loop continuo, privo di soluzione di continuità, sembra a sua volta una forzatura evitabile. I continui richiami allo stile Motown- della cui scuderia per altro la Badu fa parte- ed i salti nel periodo d'oro della blaxplotation, i riferimenti a Billy Holiday ed i richiami urbani funzionano sempre e solo quando il songwriting è sostenuto dalla verve avvincente ed irresistibile della cantante americana: appena questa componente si affievolisce e lascia spazio ad un sound di comodo, come in "Think Twice" e "Love of My Life Worldwide", si spegne anche l'efficacia, lasciando troppo spazio alle pellegrinazioni della mente e mancando in pieno quel contatto tra corpo e anima che fa della prima parte del disco un'esperienza incredibile.
Il calore che avvolge ed ustiona i sensi nella prima parte del album si dissolve come neve al sole verso il finale, lasciando un senso di incompiuta trascuratezza dietro di sé.
"Worldwide Underground" è un lavoro piacevole, che si ascolta volentieri e si tiene a mente senza troppe difficoltà, un album capace di unire la spensieratezza del rhythm n'blues alla leggiadria del funk e all'espressività dell'hip-hop; l'unico fattore carente è la continuità, ma a questi livelli può essere una mancanza perdonabile. Voto:6,5
P.S.: consiglio per l'uso: "Worldwide Underground" ascoltato in cuffia è di un buon gradino e mezzo più avvolgente e intrippante rispetto alla consumazione ambientale!
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