2012-05-15

461 Ocean Boulevard

recensione di 461 ocean boulevard di eric clapton

Eric Clapton - (1974)



Ci vuole la pausa con il progetto Derek and the Dominos per far tornare voglia, grinta e fantasia al chitarrista britannico. Ma quando, nel 1974, Eric Clapton torna a far capolino nei negozi di dischi siamo ad un capolavoro mancato di un non nulla.
Niente più coadiuvanti sintetici e niente più Gran Bretagna: l'ex Cream si trasferisce in Florida (assieme al bassista Carl Radle ed al batterista Jamie Oldaker), scopre il reggae ed il soul, li combina con la sua formazione blues ed estrae dal cilindro un album semplicemente esemplare. Così si fa la musica! E così si fa la storia!
Il groove infuocato, tutto rullanti e chitarre di "Motherless Children" apre un lavoro ardente, non privo di asperità, ma profondamente sensuale ed appagante, forte di un flebile gusto liturgico in momenti di intensa lentezza come "Better Make It Through Today" e di ruvido ed appagato blues come in "Willie and the Hand Jive", cover di Johnny Otis.
Ma è solo continuando nell'ascolto che si intravedono le perle più luccicanti del campionario del Clapton depurato: lasciando perdere "I Shot the Sheriff" di Bob Marley, sulla quale non ho una grandissima opinione, tra la stravaganza rhythm n'blues di "Get Ready" (Curtis Mayfield) e la splendente rilassatezza di "Give Me Strenght" c'è un universo di sensazioni e suoni che non può lasciare indifferente.
Ci sono l'avvolgente acusticità di "Let It Grow"- forse un po' debitrice ai Led Zeppelin di "Stairway to Heaven" nei passaggi armonici- e "Please Be With Me", la leggiadra ed ondulante "Steady Rollin' Man" e l'abrasiva "Mainline Florida", tutti brani che potrebbero portare qualunque artista nell'olimpo della musica, ma che per Eric Clapton risultano poco più di un compitino ben svolto per le teste vuote che hanno avuto modo di bere avidamente dalla fonte di "Layla and Other Love Songs" e non si rendono conto della difficoltà di mettere insieme materiale di questa qualità e di questa intensità emotiva.
Le musiche di questo album non cercano l'esasperazione del rock, ne la solennità del gospel e del blues o il menefreghismo impegnato del reggae: queste canzoni mettono tutto insieme per fronteggiare l'ascolto da un punto di vista rilassato, abbandonato alle piacevolezze della natura, al gusto di assaporare le note, i ritmi e le pause (forse soprattutto le pause!) con il piglio del vacanziere assonnato, con l'aura delicata e lenta di una coccola. Se "461 Ocean Boulevard" non è un capolavoro poco ci manca!
Voto:8,5

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