Esther Phillips - (1972)
Bambina prodigio e tossicomane irrefrenabile, genio e sregolatezza del jazz e creatura superba del periodo bloixplotation e disco, fino ad icona del blues e del soul: Esther Phillips per le cronache è tutto questo molto di più!
Quella che incontriamo in "From a Whisper to a Scream" è di gran lunga la più ispirata, la più intensa e vigorosa dimostrazione di classe che la cantante, nata Esther Mae Jones, abbia mai trasposto su disco. Prova ne sia che Aretha Franklin, vincitrice del Grammy nel 1973 per "Young, Gifted and Black", abbia rinunciato alla statuetta riconoscendo la superiorità del capolavoro della Phillips!
Il disco nel suo insieme fa immediatamente sorgere un parallelismo con il Marvin Gaye di "What's Going On"- non solo per quella "Brother Brother" che funge da rimando diretto- essendo intriso dello stesso invulnerabile pathos e della stessa schietta espressione di critica. Tra lenti ed ondulati rhythm n'blues, fuorvianti momenti funky intrecciati ad un soul corposo tinto di jazz e riflessi urbani intarsiati da fiati superlativi, Esther Phillips riesce a conquistare l'ascolto con una naturalezza invidiabile, forte di una capacità vocale fenomenale e di un tono sempre al limite tra il provocatorio ed il ruffiano.
Esther Phillips non è solo blues, non è solo jazz oppure funk, ma tutto questo assieme in ogni momento; anche quando sembrerebbe che lo stile sia ben definito, che la vocalità incredibilmente efficace e diretta e la classe vellutata e sopraffina della matrona del blues abbiano trovato una dimensione definitiva, tutto viene sconvolto e rimescolato a dare un imperioso ed incontrollabile senso di totalità, di sazietà sensoriale.
Non ci sarà più un disco capace di emozionare come "From a Whisper to a Scream", da parte di Esther Phillips e forse proprio questo lo rende un manifesto ardente passione dell'arte e delle prodigiose capacità di una delle più sottovalutate donne della musica nera americana in Europa. Voto:10
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