Enslaved - (2004)
Ci si aspettava molto da questo album del combo norvegese! L'evoluzione musicale del gruppo, le recensioni entusiaste, l'idea che, vista la progressione qualitativa degli album, il sound non potesse che migliorare: tutto portava a sperare in un lavoro maturo, definitivo, appagante.
Invece "Isa" sa molto di occasione mancata, di un qualcosa riuscito solo a metà.
La produzione, grande svista del disco precedente, è notevolmente migliorata, facendo gustare molto di più la componente ritmica e i continui cambi di passo delle musiche. E pure la scrittura sembra più variegata ed interessante.
Ciò nonostante, a fine album si ha la netta impressione di aver goduto solo parzialmente, di aver assistito ad un'opera a cui manca l'ultimo atto, la definitiva consacrazione.
Presi uno ad uno, tutti i brani contenuti in questo album sono intriganti, a loro modo innovativi: si prenda ad esempio l'iniziale "Lunar Force" e il suo senso di ineluttabilità condito con un lancinante risvolto malefico, oppure la title track e le sue ondulazioni emotive... è un gran bel viaggiare, non c'è che dire!
In ogni caso merita un attenta analisi il pezzo più lungo del disco, l'interminabile viaggio che va sotto il titolo di "Neogenesis", un intenso e iperbolico percorso ad ostacoli che non può che affascinare e lasciare storditi dopo l'ascolto. Per dodici minuti la mente è interamente pervasa da vocals puliti dal gusto meravigliosamente decadente e da variazioni ritmiche sempre ad un passo dall'infarto sonoro; il tutto ovviamente condito da riff grondanti metallo liquido- l'aggiunta di Arve Isdal alla line-up è stata una fortuna che finalmente si è espressa in pieno!- e growl per una volta azzeccato e ben distribuito. Ma il vero valore aggiunto del brano è la dinamicità, la precisione chirurgica e l'energia che esprime Cato Bekkevold alle pelli: geniale!
Meritano una citazione anche i richiami agli anni '70 di "Violet Dawning" e di "Ascension" e lo sfogo multidimensionale di "Bounded by Allegiance", un trittico di brani che potrebbe fare la fortuna di molte band di metal estremo!
In definitiva "Isa" è un album che conquista solo se ascoltato con attenzione e parsimonia nel giudizio, risultando in realtà pesante se affrontato con superficialità o disinteresse. Può dare grandi soddisfazioni, ma rimane un disco che costa parecchia fatica e buona volontà! Diciamo un esperienza adatta a chi ama osare. Voto:6,5
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