Enrico Ruggeri - (1988)
Si torna prepotentemente a canzoni intime, fatte di storie personali- o presunte tali- intrise di un sapore tutto francese, fatto di sottili pieghe, di scampoli di vita e bagliori di esperienze rimaste appese alle rime.
Tra l'altro, parlando di rime... la componente del disco che in tutto e per tutto non funziona è data proprio da questo accanimento sulla forma delle metriche. Bisognerebbe far capire al cantautore milanese che non c'è scritto da nessuna parte che i versi debbano seguire lo standard a-a, b-b! Anzi, che a lungo andare è una forma che stufa non poco, diventando via via sempre più pesante quando non obsoleta.
Ciò nonostante meritano attenzione certe svirgolate poetiche come "C'è chi perde più volte di Remo con Romolo; di una squadra di sci capitanata da un somalo..." (in "Inutile canzone"), piuttosto che alcune storie di (stra)ordinaria realtà quotidiana ("Marta che parla con Dio") oppure grigie testimonianze urbane ("Giorni randagi"), anche se Vasco non è poi così lontano.
A contribuire alla componente cestinabile del disco ci si mette pure la conclusiva "La musica dell'inconscio", tremendamente kitsch, e la faciloneria di brani come "I ragazzi che volano via", troppo banali e scontati per essere credibili.
Durante l'incedere del album, la sensazione di pesantezza già riscontrata negli ultimi lavori non accenna a mollare il colpo, ma se non altro in questo caso un minimo di poesia scorre lungo i versi di brani come "Il tempo (che immobile va)" e "Altro giro, altra corsa", per quanto l'ascolto non sia affatto agevole a causa delle suddette rime, spesso forzate e fuori luogo.
Ruggeri scrive canzoni come dalle mie parti si scrivono i papiri di laurea, cercando la rima perfetta ad ogni costo, foss'anche perdendo il senso compiuto del verso o strattonando le metriche. E' questa caratteristica che rende le canzoni del cantautore lombardo sempre ancorate a terra, spiaccicate come note su un pentagramma, incapaci di librarsi e toccare veramente l'anima del ascoltatore.
Ormai sembra che l'andazzo sia definito e che poco possa cambiare in futuro, ma la speranza è l'ultima a morire. Voto:5,5
P.S.: tra le curiosità della discografia di Ruggeri merita una citazione "Contatti" del 1989. Si tratta di una registrazione fatta con la filarmonica di Mosca comprendente varie cover interpretate dal cantante milanese. Tra Guccini, Endrigo, De Gregori e Battisti spiccano una "'A canzuncella" degli Alunni del Sole variegata con i Queen, e una "Alice" a dir poco imbarazzante!
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