2012-05-03

Metamorphosis

recensione di metamorphosis degli enigma

Enigma - (2001)


L'idea di base di Michael Cretu rimane la stessa: atmosfere ambient, una buona dose di elettronica per creare un pathos narcotizzante e rilassato e cori gregoriani atti ad aumentare la tensione dei brani.
Così inizia un lavoro enigmatico (in tutti i sensi), con la pretestuosa eleganza di "IV Chapter"- recupero vagamente alterato di "II Chapter" da "The CROSS of Changes"- ad introdurre "Light of Your Smile", eterno ritorno al sound che il compositore rumeno ha sempre cercato di sdoganare.
La particolarità di questo disco sta però nell'evoluzione che lo stesso prende dalla metà in poi: l'electro-ambient tipico delle creature di Cretu lascia il posto ad un electro-pop cantato- dalla bellissima indonesiana Anggun- che non esce troppo dal canovaccio tipico delle impalcature musicali del progetto Enigma, ma viaria decisamente l'impatto emotivo, espandendo la visione sonora del complesso scenico verso un arioso ambiente pop.
Da questo risveglio dai torpori pseudo-mistici prendono vita creature rarefatte e dall'ottimo pathos come "By the Moon" e soprattutto "Snow on the Sahara", brano di una sensualità esotica ed incontenibile, scippato al produttore Erick Benzi che un paio di anni prima ne aveva fatto una hit mondiale.
Non è ben chiaro se "Metamorphosis" sia un album oppure una compilation, in ogni caso la firma Enigma e il peculiare approccio tematico non lasciano dubbi sulla qualità del prodotto. Che non è neanche lontanamente paragonabile con il primo meraviglioso disco di Cretu, ma riesce comunque a trovare un posticino comodo e di una qualche importanza in una discografia che inizia ad essere corposa e variegata.
Tra i brani da tenere a mente vanno citati la title track, impasto molto vicino alle ultime creature sonore del musicista esteuropeo, e le due parti di "Responsorium", forse il motivo che più si avvicina all'efferata potenza seduttrice di "Principles of Lust".
Il resto del campionario non si sposta troppo da quello che siamo ormai abituati a sentire nei dischi di Enigma: dalla gregoriana "Start - to - End" alla cosmica solitudine del pianoforte di "Sensing the Spheres", fino alla conclusiva impacciata "Ancient Person of My Heart", il solito andirivieni di sensazioni forti e momenti di stanca, di galassie che si aprono all'udito in intensi big bang sensoriali a lacustri immobilismi strumentali si offre in pasto all'ascoltatore senza più portare con sé la rivoluzionaria carica sensuale dei primi elaborati sonori.
In definitiva "Metamorphosis" è un disco piacevole e intrigante, soprattutto per chi gli Enigma non li ha mai assaporati prima. Voto:6

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