2012-05-18

Studentessi

recensione di studentessi degli elio e le storie tese

Elio e le Storie Tese - (2008)



A partire dall'incomprensibile intro, un collage di spezzoni di film, e dalla copertina del cd, sinceramente il sesto album- raccolte, colonne sonore, etc. escluse- del gruppo milanese non sono riuscito a capirlo.
Probabilmente si tratta di una mia carenza, ma "Studentessi" mi è piombato nelle orecchie con la violenza di un macigno e non ha fatto altro che disturbare il mio udito per quasi due ore. Dall'iniziale "Plafone", torbida storia di una certa stabilità tecnica apparentemente banale, realizzata con la collaborazione dell'ugola infinita di Antonella Ruggero, fino alla chiusura di "Effetto memoria"- nella quale fa capolino un Baglioni avulso dal contesto ed in un ruolo in cui fa fatica a stare- il disco suona convulso, difficile, ostico, privo della squisita ironia immediata e confortante dei lavori precedenti.
C'è spazio per l'eccessiva suite in cinque movimenti di "Suicidio a sorpresa" come per l'incomprensibile "Heavy Samba" (nella quale compare Irene Grandi) e per l'astrusa ovvietà di "Gargaroz.": in tutto e per tutto la fatica nel seguire i testi poco lucidi di Elio e le musiche forse troppo oltre il virtuosismo degli altri membri della band risulta evidente e affossa l'ascolto senza possibilità di espiazione.
Tra l'altro, a proposito di membri, tra i momenti più bassi del disco va messa di sicuro l'imbarazzante "Il congresso delle parti molli", un brano talmente fine a sé stesso da risultare acerbo e ipertrofico allo stesso momento.
Qualcosa da salvare a dire il vero c'è: il traino "Parco Sempione" ad esempio, che con la sua semplicità, sia musicale che concettuale, dona un attimo di respiro ad un sistema uditivo in balia di troppi stimoli. Ma il pezzo migliore in assoluto è senza dubbio "La lega dell'amore", una piece sarcastica ficcante e coinvolgente che ci mette un attimo a rapire il pensiero e inondarlo di pungente ironia e gusto estetico, oltre che delle immancabili citazioni che vanno da Celentano a Mina.
Il resto del campionario, in compenso, stecca in toto: "Indiani (a caval donando)" è francamente inavvicinabile, il funky di "Supermassiccio" lascia il tempo che trova, e le intemerate di Maurizio Crozza ed i suoi sassi della Toscana hanno sinceramente rotto le scatole.
"La risposta dell'architetto"- che poi sarebbe Mangoni- è tristemente imbarazzante, la collaborazione di Luigi Piloni in "Single" ha lo stesso effetto di un'onda anomala, ed il binomio "Ignudi fra i nudisti" (con Giorgia ospite)-"Tristezza" non merita commenti.
Insomma, per farla breve, "Studentessi" perde completamente la leggiadria ironica e farsesca che hanno sempre avuto i lavori degli Elio e le Storie Tese, risultando in ultima analisi un disco pesante e difficile da affrontare, povero di idee (almeno per quel che riguarda gli argomenti trattati) e drammaticamente scarno dal punto di vista estetico. E la cosa che più spaventa è che il primo vero passo falso della band milanese rischia di esserne contemporaneamente anche l'epitaffio! Voto:5

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