2012-05-06

Tutti gli uomini del deficiente

recensione di tutti gli uomini del deficiente degli elio e le storie tese

Elio e le Storie Tese - (1999)



E alla fine ci cascano anche gli Elio e le Storie Tese! La trappola della colonna sonora non risparmia neanche il gruppo milanese, che anzi dichiara apertamente che "...le musiche erano talmente di successo che quelli della Gialappa's sono stati costretti a fare il film".
Ora, che la pellicola non sia proprio di quelle indimenticabili è vero. Ma per lo meno fa passare un paio d'ore di sano svago. Cosa che di certo non si può dire della colonna sonora, uno tra i progetti meno riusciti del gruppo di Elio.
Sconclusionata e inzuppata in una marea di citazioni, la musica proposta dalla band lombarda si perde in mille rivoli e quasi mai riesce a catturare l'attenzione dell'ascoltatore. Il ché, parlandosi di musiche da film, non è detto sia una cosa negativa...
Dall'Arnoldo Foà che introduce il disco si passa alla folle "Psichedelia"- con il compianto Lucio Dalla nel ruolo di Dio- ed all'intrusione mangoniana di "Ballate bastardi". Poi, a ruota libera troviamo "Tell Me You Love Me", cover di Frank Zappa, le citazioni di Sam & Dave e Vasco Rossi in "L'indianata", di Beethoven in "Furgoni fratricidi", degli XTC e dei Police in "Acido Lattico", e del "Intermission Riff" di Stan Kenton in "Mamma non mamma", nonchè la storica e non del tutto onesta partecipazione di Raffaella Carrà in "Presidance", con tanto di omaggio a Mike Oldfield.
Insomma nel giro di 22 tracce si può trovare di tutto e di più. Ma il vero vulnus del disco è formato dall'accoppiata "Tonza patonza"-"Risate a denti stretti" e dall'omaggio agli Area di "Hommage a Violette Nozieres", i pochi motivi veramente validi per comprare il disco. In particolare la coppia di tracce che recupera prima gli Hot Chocolate e poi la dance minimale di fine anni '90 (quella fatta con il programma Eloquens) a conti fatti rimane il momento più godibile dell'intero lavoro, trovando in una ironia, talvolta strisciante, talaltra grottesca, il suo terreno di caccia.
Vale sempre la pena ricordare che una colonna sonora è di difficile interpretazione se privata delle immagini, ma è abbastanza evidente che questo lavoro degli Elio e le Storie Tese non vada oltre una mediocrità strascicata, lontanissima parente delle migliori produzioni eliane! Voto:5,5

P.S.: il live "Made in Japan", ovviamente registrato ovunque tranne in Giappone, mette in evidenza le capacità artistiche della band milanese (tutti i pezzi sono riarrangiati!). Non un titolo indispensabile, ma di certo un disco godibile!

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