Frank Zappa/Captain Beefheart - (1975)
Uno dei più famosi adepti zappiani di tutti i tempi è di sicuro Don Van Vliet, più noto come Captain Beefheart. Tant'è che nel capolavoro della sua Magic Band- "Trout Mask Replica" del 1969- lo zampino dell'allora leader dei Mothers of Invention è innegabile e vistoso. Forse anche troppo!
O per lo meno abbastanza da far litigare i due istrionici compositori, generando un odio reciproco denso e duraturo. Pochi mesi prima dell'uscita di "Bongo Fury", Zappa definì il suo collega una "testa di cazzo" senza pensarci su due volte. In ogni caso...
Poco più di un lustro dopo le baruffe di "Trout Mask Replica" avviene la riappacificazione, con tanto di live (o quasi) pubblicato assieme. Il suo titolo è "Bongo Fury", la sua importanza nulla!
Neanche tanto per le musiche, in fondo non poi così distanti dalle ultime creazioni del cantante di Baltimora, quanto per l'atmosfera generale del disco, lacunosa e poco attraente.
I pezzi più importanti- "Debra Kadabra" e "Muffin Man", apertura e chiusura del disco- non vanno oltre una striminzita sufficienza. Il resto è puro pattume musicale.
Non c'è molto su cui scervellarsi: le costruzioni sono vecchie e sanno di stantio, le provocazioni mancano il segno ogni volta che vengono scagliate con un obiettivo più ambizioso del semplice tirare a campare, e le architetture sonore non vanno al di là di un semplice rimescolamento (neanche poi tanto cercato) del canovaccio già subito dal pubblico negli ultimi 2-3 album di Frank Zappa.
Se i brani live deludono, quelli registrati agli Armadillo World Headquarters di Austin in Texas, non sono da meno, andando non troppo oltre una non precisata ambivalenza strutturale.
Delude molto il connubio tra due menti visionarie e originali come quelle di Zappa e Van Vliet, ma in fondo la storia insegna che in ambito artistico due più due raramente fa quattro. In questo caso non riesce neanche ad arrivare a uno! Voto:4
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