Gentle Giant - (1980)
Il passaggio a stili e modi più rock, in qualche modo più leggeri, dona freschezza alla proposta dei Gentle Giant. Niente a che vedere con gli splendori di inizio carriera, ma un deciso passo avanti rispetto all'ultimo lustro di disastri.
La leggiadra "Convenience" che apre il disco dimostra la volontà del gruppo inglese di superare la smania del complicato, quella tendenza ad impiastrare di virtuosismi anche le tracce più distensive e banali. Si tratta di un rock aggressivo ma anche soft al contempo, capace di ammansire il gusto generalista senza scadere nella pura e semplice ruffianeria mainstream, per quanto qualche brano ("All Through the Night") si avvicini molto a questo limite.
"Civilian" è stato concepito come il disco di commiato della band britannica e in questa chiave va letto: solo così si spiegano la leggerezza degli arpeggi di "Shadows on the Street", la netta presa di posizione di "Number One" ed i richiami a realtà un minimo più complicate di "Underground", arrembante brano al limite della disco. Nonchè dei testi finalmente più interessanti e meno scontati.
Non è un bel disco, ma al contrario degli ultimi sgorbi, ha una sua dignità, mette in mostra un gruppo vecchio ma con la schiena dritta.
Il futuro preserva solo molti recuperi d'archivio e qualche live piazzato in occasioni particolari. Vale la pena citare la raccolta d'inediti per puri maniaci completisti che va sotto il titolo di "Under Construction" (1997): si tratta dell'unico titolo successivo allo scioglimento del gruppo che abbia qualcosa da offrire a livello qualitativo.
I Gentle Giant hanno saputo scrivere una pagina fondamentale del rock progressivo e poi scomparire in un grigio compromesso stilistico, difficile da comprendere e tremendamente deludente dal punto di vista estetico. Questo ultimo album e le pubblicazioni ad esso successive rimettono un po' di sereno nel rapporto tra il gruppo ed il pubblico. Voto:5
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