2012-11-19

Felt Mountain

recensione di felt mountain dei goldfrapp

Goldfrapp - (2000)


La Alison Goldfrapp che si mostra superbamente a proprio agio in questo esordio solista è un personaggio inquietante, sinistro e tremendamente sexy!
Già collaboratrice di Tricky e degli Orb, la cantante inglese si affida al compositore Will Gregory per dare vita una creatura torbida ed ammaliante, capace di prestare il fianco alla critica solo per sedurre maggiormente l'ascolto e renderlo succube più che partecipe.
Ambienti morriconiani ("Lovely Head") si mescolano a drammatiche sonorità da colonna sonora ("Human") incatenando in qualche modo le musiche all'ambiente trip-hop di Bristol dal quale la cantante britannica proviene, ma al contempo elevandosi oniricamente al di là di ogni richiamo terreno.
Ci sono sprazzi di Bjork e dei Depeche Mode, c'è la volontà di andare oltre la musica pop proponendo una miscela conturbante di suoni sintetici ed orchestrazioni misurate, brandelli mistici e baraonde emotive. Passando tra le oscure stanze di questo disco non si può trattenere un batticuore terrorizzato, ma contemporaneamente si cede all'istante alla carica sensuale che sprigionano musiche e vocals, quasi ci si fosse calati nel ruolo di Ulisse alle prese con le sirene.
Brani come la title track e "Horse Tears" immobilizzano il pensiero prima di lasciarlo vagare nei più reconditi e paurosi anfratti della mente, ottenendo una completa ed incondizionata resa emotiva già ad un primo ascolto.
In nove tracce il duo Goldfrapp-Gregory mette a nudo l'anima, frastagliando i desideri ed inglobando la volontà, modulando la realtà sia nei tempi che nei modi e restituendo a fine disco una coscienza centrifugata. Ascoltando il disco nella sua interezza (ma senza le fuorvianti bonus tracks!) l'impressione netta è di entrare in un ambiente attraente ed intimo, nel quale la voce di Alison Goldfrapp funge da catalizzatore dell'attenzione emanando fascino da ogni nota.
Tutto questo può sembrare incredibile: in fondo le musiche non vanno tanto oltre una colonna sonora che si ispiri ai film di Sergio Leone (al quale viene dedicata la copertina del disco) piuttosto che ad ambienti sinfonici non proprio originali, e i cantati non presentando particolarità degne di nota, né delle capacità vocali fuori dal comune. Eppure "Felt Mountain" è un disco stupendo, un rapimento totale di mente e corpo, un trip emotivo dalla forza incredibile, un dramma misterioso ed inafferrabile! Voto:8,5

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