Gong - (1970)
Daevid Allen è un tipo bizzarro. Molto bizzarro! Lo abbiamo già incontrato qualche tempo fa parlando del suo periodo solista, compreso tra le due parentesi con i Gong.
La carriera del visionario innovatore del rock cosmico britannico inizia nella prima metà degli anni '60 in trio con Robert Wyatt e Hugh Hopper, per poi proseguire attraverso i Wilde Flowers e, soprattutto, i Soft Machine, dei quali il cantante australiano e co-fondatore è per breve tempo membro attivo.
I Gong nascono così come creatura alternativa al nascente mondo prog canterburiano, asserragliati attorno alla mistica figura del proprio leader e pronti a seguirlo in qualsiasi direzione egli voglia spostarsi.
Gli inizi sono un po' incerti a dire il vero. Questo primo abbozzo di album è un lavoro spontaneo e già contraddistinto da larve dello space rock che renderà celebri i Gong; ma è ancora un lavoro impacciato, infantile, più legato alla psichedelia in calando che al decollante prog-rock.
Gli accenni ad un sound da colonna sonora ("Princess Dreaming" ad esempio) appesantiscono ulteriormente l'ascolto oltre a promuovere un'ulteriore bizzarra prova di creatività non supportata da tecnica e gusto.
Ci si ritrova così tra provocazioni lisergiche, momenti di ambiguità sessuale e sprazzi extraterrestri in un lavoro disomogeneo e difficile da seguire, nel quale hanno la meglio un rock facilotto e imbarazzanti provocazioni rumoristiche.
Momenti particolarmente interessanti non ce ne sono- anche se la title track (al contrario) e "Rational Anthem" qualche spunto riescono a darlo- ma invito gli amanti dei Gong, di Daevid Allen e della trilogia di Radio Gnome a procurarsi questo disco: si potranno ascoltare abbozzi di teiere volanti, flebili e distanti testimonianze di emittenti aliene ed un riconoscibilissimo proto-Gong sound. Una curiosità da sfogare, niente più! Voto:4,5
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