Giuliano Palma & the Bluebeaters - (2005)
Ritrovata la band, ritrovato lo spirito, ritrovate le canzoni: quindi ritrovato l'album?
Non proprio!
Rispetto all'esordio il super-gruppo capitanato da Giuliano Palma cambia repertorio, buttandosi su un melting pot variabile e poco lineare, per quanto tutto trasposto in levare, come impone la tradizione ska-rocksteady. Ci si ritrova così ad ascoltare una "Jump" dei Van Halen in versione giamaicana, che però non rinuncia all'aggressività nei cori, una "You're My Best Friend" dei Queen ancora decisamente pop per poter ambire a convincere pienamente, e una "Back on the Chain Gang" dei Pretenders che non ha più la freschezza nè dell'originale, nè delle migliori interpretazioni dei Bluebeaters.
Certo, ci sono anche una "Messico e nuvole" di Paolo Conte trascinante e corposa, una curiosità legata al primo Joe Strummer ("Sweet Revenge") ed un John Lennon d'annata ("Jealous Guy") che non può che commuovere un pochino, per quanto forse la versione di Giuliano Palma e compagni sia un po' troppo sulle tracce di Boy George e dei Culture Club.
Da questo punto di vista di certo non aiuta la durata! La distanza di 22 tracce sembra effettivamente eccessiva. Almeno qualche brano si poteva tranquillamente limare, se non altro gli scampoli strumentali rubati alle sigle televisive come "Charlie's Angels" e "The Munsters". Si sarebbe in tal modo diminuita la pesantezza di un lavoro che soffre la mancanza di spontaneità e la macchinosità di una track-list esagerata.
Non un album brutto, ci mancherebbe! In fondo la voce calda e felpata di Giuliano Palma non tradisce, e il gruppo ci mette del proprio per fornire a The King degli accompagnamenti perfetti. Ma rispetto al primo disco, non c'è paragone! Voto:6
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