Goblin - (1976)
Molto di quello che non ha funzionato nel primo disco, qui inizia a trovare un senso. Vuoi per la libertà di non dover sottostare alle forme ed ai tempi delle colonne sonore, vuoi per una certa maturità artistica nel frattempo acquisita, i Goblin riescono ad amalgamare meglio le loro musiche ed a proporre un disco che regala parecchi spunti interessanti.
Il primo dei quali arriva direttamente ad inizio album, quando la partenza ad alto livello d'ansia della title track dimostra le capacità ammaliatrici del gruppo di Claudio Simonetti, questa volta ben coadiuvato da una band finalmente convincente.
Più disteso e rarefatto, questo secondo lavoro in studio dei Goblin colpisce allo stesso modo di "Profondo Rosso", ma riesce al contempo a permeare meglio l'ambiente, rinunciando a stilettate d'ansia pura e concentrandosi su trame intessute con più cura e senza fretta. I risultati migliori sono senza dubbio la stupenda "Goblin" e l'ottima "Aquaman", ma anche il resto del campionario non delude, per quanto qualche richiamo di troppo ai Pink Floyd non giovi alla causa dei quattro italiani.
L'elettronica c'è, ma non più così onnivora come in passato ed in molti momenti la personalità del gruppo riesce a far vedere qualcosa oltre uno scolastico stile di scrittura, tutto adagiato su un prog-rock schietto ma banale. Ci si ritrova così a navigare piacevolmente tra le onde de "Il risveglio del serpente", a domare l'ansia e la paura nella title track ed a fare tesoro delle sensazioni che pervadono l'ascolto durante il passaggio di "Dr.Frankenstein".
Il vero dispiacere, dopo aver sentito questo secondo lavoro dei Goblin, è che il gruppo non abbia proseguito su questa strada, preferendo tornare ad occuparsi di colonne sonore. Non è detto si sia sciupata un'occasione imperdibile, ma di certo a confrontare "Roller" con qualsiasi altro disco dei Goblin penso che i paragoni siano piuttosto inclementi! Voto:6,5
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