2013-08-09

The Cry of Love

recensione di the cry of love di jimi hendrix

Jimi Hendrix - (1971)


La campagna inglese è bellissima!
Tanta natura, prati curati e boschi che emanano un fascino unico. E cottage da favola!
Il 5 aprile 1996, passando vicino ad uno di questi villini, nei dintorni del garage, avreste sentito un odore di tubi di scarico. E' normale in un garage... All'interno dell'appartamento avreste invece trovato molti quadri, la maggior parte dei quali ossessivamente concentrati su un unico soggetto: Jimi Hendrix.
Quello che non potete sapere è che nel garage di quel cottage c'è una persona, dentro la sua automobile: questa persona sta morendo!
Si chiama Monika Dannemann e non ce la fa più: ha collegato lo scappamento della Mercedes con l'abitacolo tramite un tubo di gomma: si sta suicidando!
I sensi di colpa la stanno logorando da molto tempo, da ventisei anni, dal 16 settembre 1970, da quando cioè assiste alla morte del suo fidanzato dell'epoca, del più grande chitarrista di tutti i tempi: Monika Dannemann è l'unica persona presente quando Jimi Hendrix viene trovato moribondo in una pozza di vomito.
Il giorno prima della sua dipartita, nel giro di poche ore, il genio della sei corde nato a Seattle ha ingurgitato litri di alcolici, una dose massiccia di Durophet (amfetamine) e nove pasticche di Vesparax (un tranquillante), andando in crisi per intossicazione da barbiturici. Si spegne così, soffocato dal proprio vomito, una leggenda, il più grande mito della chitarra che il rock abbia potuto apprezzare, il primo nome da porre nella lista dei J27!
Non appena i cerimoniali di rito hanno avuto luogo, la Reprise apre i suoi archivi e scopre una quantità infinita di nastri: ci sono brani finiti, abbozzi di canzoni, registrazioni estemporanee e una marea di appunti. Del resto Hendrix stava lavorando al suo quarto album; anzi, lo aveva praticamente finito. Avrebbe dovuto chiamarsi "The Cry of Love", oppure "First Rays of New Rising Sun": la Reprise opta per la prima, la MCA per la seconda.
Escono così, a distanza di 26 anni, le due più probabili varianti del mitico quarto lavoro in studio di Jimi Hendrix.
"The Cry of Love" è più immediato, presenta almeno un paio di brani dalla bellezza sopraffina ("Ezy Rider", "Belly-Button Window") e uno scorcio sulla sublime arte chitarristica di Jimi Hendirx ("Angel"), ma manca di coerenza e risulta troppo frastagliato per poter essere ritenuto realistico. "First Rays of New Rising Sun" è invece più completo e credibile, ma non ha gli spunti geniali del disco gemello.
Insomma, per farsi un'idea del fantomatico album incompiuto non c'è altra soluzione che procurarsi entrambi i dischi. E possibilmente anche "Rainbow Bridge" (1971), altra selezione di brani trovati negli archivi. Voto:7

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