Jethro Tull - (1972)
"Thick as a Brick": ottuso come un mattone. A chi non cogliesse l'ironia del titolo- o della stupenda copertina!- si raccomanda vivamente di ascoltare l'album!
I Jethro Tull mettono insieme due lunghe suite che non sono suite, a formare un album di canzoni senza che ci siano canzoni, esagerando in tutte le componenti che potevano essere di tendenza durante l'epoca d'oro del rock progressivo inglese. Due tracce da poco più di venti minuti l'una, bombate da orchestrazioni pacchiane e un senso terribilmente kitsch per gli accompagnamenti, create a mo' di concept ma con un filo logico terribilmente strampalato, condito da variazioni su tempi dispari difficilmente credibili.
Insomma, se credete che Ian Anderson e soci abbiano pensato seriamente di vestire i panni della band progressive, avete sbagliato strada. "Thick as a Brick" è una parodia con il gusto della messa in scena drammatica, è un album caricaturale, talmente spinto in direzione di un sarcasmo insolente da risultare a tratti difficile e non proprio immediato.
Per tornare a cose serie... consiglio vivamente la prima raccolta pubblicata dai Jethro Tull, l'ottima "Living in the Past". Si tratta di un doppio LP nel quale viene stipato molto materiale precedente al primo lavoro sulla lunga distanza, o comunque inedito sugli album della band britannica. Ma merita attenzione soprattutto per la facciata registrata dal vivo al Carnegie Hall di New York il 4 novembre 1970, perfetta testimonianza di una band in stato di grazia! Voto:6
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