John Cale - (1970)
Lo si poteva prevedere! Che John Cale non resistesse all'esuberante personalità di Lou Reed, intendo...
I Velvet Underground sono solamente al loro secondo lavoro in studio- ma hanno già cambiato completamente i connotati del rock!- quando il polistrumentista gallese decide che è ora di cambiare aria.
Qualche collaborazione di spicco (una manciata di album al fianco di Nico e, soprattutto, il fragoroso debutto degli Stooges!) e poi via, il grande salto solista.
Quello che non ci si aspetta è di ritrovare un John Cale abbastanza tradizionalista, legato al folk molto più che al rock, e piuttosto lontano dalle ruvidezze dei primi Velvet. Detto ciò bisogna ammettere che questo debutto solista è squisitamente vintage e prepotentemente "violence"!
A partire dall'inquietante copertina!
Il contenuto varia dalla tipica cupezza che Cale aveva già portato nella sua ex band ("Big White Cloud") ad un country rock non proprio innovativo ma in qualche modo intrigante e piacevole.
Purtroppo non tutto il disco riesce a rimanere su standard medio alti come nel caso delle canzoni di cui sopra: "Hello There" e le due tracce seguenti, oltre a spiazzare l'ascolto con una partenza inaspettata, non riescono ad andare oltre un timido richiamo tradizionalista, senza riuscire a bucare l'ascolto come nei momenti migliori del disco. E anche tutto il resto del campionario fa un po' fatica ad ingranare, rimanendo ancorato in una specie di limbo concettuale, incapace di decidersi tra uno sperimentalismo non ancora ben focalizzato e un recupero di musiche canoniche che non riesce a convincere del tutto.
"Vintage Violence" è un bel disco, su questo non ci piove! Ma dopo aver sentito i primi due album dei Velvet Underground e tenendo presente le potenzialità che John Cale riesce a far vedere anche in questo esordio solista non si può non recriminare sulla mancanza di coraggio di un lavoro troppo timido per poter ambire ad un posto tra i grandi di inizio anni '70. Ci sarà tempo per rifarsi. Voto:6,5
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