Jethro Tull - (1974)
Intento nobile, risultato pessimo!
Il piano era quello di fare un film. Ma un po' la mancanza di fondi e un po' le diatribe interne alla band che iniziano a farsi vive con sempre più insistenza, costringono la band inglese ad un ripensamento.
"War Child" è quello che resta della colonna sonora di questo fantomatico film, con qualche aggiunta, tanto per allungare il minutaggio.
Si torna alle canzoni, e già questa è una notizia. Purtroppo però, la qualità dei brani è catastrofica, con l'unica eccezione di "Bungle in the Jungle", brano fresco, che in qualche modo è riuscito a resistere all'usura del tempo.
Il resto del campionario vaga tra la mediocrità di "Ladies" e pistolotti del calibro di "Sea Lion", assurdità orchestrali come "Queen and Country" e pasticci inconcludenti come "Back-Door Angels".
I Jethro tull sembrano aver smarrito non solo l'ispirazione dei primi lavori in studio, ma anche la capacità di tradurre in musica le poche idee che escono dalla mente confusa di Ian Anderson.
Per rendersi conto di quanta confusione ci sia all'interno del gruppo britannico basta ascoltare brani scorbutici e difficili da domare come "Skating Away on the Thin Ice of the New Day"- evidente rimasuglio di "A Passion Play"- oppure stralunate ballate come "Only Solitaire". Per non parlare poi degli episodi più kitsch ("The Third Hoorah") e di quelli evidentemente schizofrenici (la conclusiva "Two Fingers", ma anche la title track), tutti indizi di uno stato di salute della band non proprio ai massimi storici.
"War Child" rappresenta il secondo (e mezzo) passo falso consecutivo, un bis dell'inefficacia artistica di "A Passion Play", un'ulteriore prova della decadenza artistica di una band in disarmo. Voto:3,5
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