2014-08-19

Mondi sommersi

recensione di mondi sommersi dei litfiba

Litfiba - (1997)


Dopo fuoco, terra e aria, la tetralogia degli elementi trova il suo compimento con l'acqua, con quel tuffo in "...mondi sommersi tutti da scoprire..." declamato in "Goccia a goccia". Purtroppo per la band toscana, in questo settimo episodio della discografia targata Litfiba, da scoprire c'è gran poco!
Facendo gli spiritosi, lo si potrebbe anzi definire... un buco nell'acqua!
Un po' di spinta elettronica recuperata dai tempi che furono, qualche testo degno di nota. Fine!
Piero Pelù e Ghigo Renzulli iniziano evidentemente a tirare il fiato: lo dimostrano brani insipidi e piuttosto evanescenti come la stessa "Goccia a goccia", l'urto prettamente radiofonico "Ritmo #2" e scialbe riproposizioni di cose già fatte come "Imparerò" e "Si può". Il sound inizia a mostrare evidenti segni di stanchezza, il songwriting non è più un azzardo come in passato, ma un sicuro navigare a vista, cercando di non urtare la sensibilità del pubblico di vecchia data- per il ciclo: errare umanum est, sed perseverare diabolicum...- ed intercettare i gusti delle masse.
Il problema è che così facendo la band fiorentina non solo ci rimette in autonomia, e quindi in credibilità, ma scade pure nel patetico con un brano dall'ottimo potenziale come "Regina di cuori", annacquato da una produzione troppo scintillante e da incisi banalotti.
Per fortuna il disco ha anche una seconda parte, decisamente più interessante rispetto a quella piena zeppa di singoli che forma la prima metà della track list. A salvare la band toscana ci pensano una ficcante, anche se un tantino pretestuosa, "L'esercito delle forchette", musicalmente caratterizzata da un netto ritorno al passato, una lenta e sinuosa "Sparami", capace di diventare dinamitarda nei ritornelli, ed i testi di "Dottor M", in linea con le provocatorie e taglienti intemerate concettuali di "El Diablo" e "Terremoto".
Non è quanto basta per salvare tutto il full-length, decisamente troppo compromesso con una sensibilità ruffiana mai finora così opprimente e in vena di manie di protagonismo, per poter pensare di mirare a qualcosa di più di una risicata (in)sufficienza. Soprattutto dopo aver potuto ammirare la qualità di pensiero e scrittura dei migliori Litfiba!
"Mondi sommersi" si presenta così come il primo, grande passo falso della carriera della strana coppia Pelù-Renzulli, un inciampo che, se nell'economia di una carriera priva di eccessivi cali ispirativi può sembrare fisiologico, con il senno di poi non può che venir visto come un monito, come un avvertimento prima dell'imbarazzante "Infinito". E di tutto quello che ne conseguirà... Voto:5,5

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