TrollfesT - (2014)
All'inizio erano i Finntroll!
Certo, alle loro spalle i pazzi scatenati finlandesi avevano un paio di generazioni di sperimentatori in ambito folk-metal come gli Skyclad, i primi Moonspell, gli Amorphis e via discorrendo. Però, volendo tirare una linea immaginaria tra un prima e un dopo, diciamo che i Finntroll possono fungere da punto di riferimento appropriato. Soprattutto grazie a quel aggraziato- si fa per dire...- connubio di metal estremo e hummpa che ne ha da sempre contraddistinto le vicissitudini.
Chiaramente, visto il successo ottenuto, i Finntroll hanno posto le basi per una nuova generazione di metallari, seguaci della band di Vreth ma capaci anche di andare oltre.
Tra i più seri e meritevoli discendenti del gruppo lappone possiamo citare i Blackguard, gli Ensiferum ed i Turisas, oppure i Mago de Oz- volendo spaziare dal punto di vista geografico- ossia molte altre band anche al di fuori dei confini scandinavi.
C'è però una caratteristica che ha da sempre accomunato tutti i discendenti della stirpe dei troll: la serietà!
In rare circostanze qualche gruppo è riuscito ad immettere nella propria musica quella ironia che può solo giovare ad un ambito eccessivamente composto in quanto a tematiche come quello del metal estremo, anche se di derivazione etnica.
Ecco allora spuntare i TrollfesT a colmare questa lacuna!
Scellerati propagatori del metal di origine folk, i sette norvegesi non solo hanno fatto sì che ci fosse uno sbocco sarcastico ed insolente nel panorama folk-metal, ma addirittura si sono spinti oltre, maramaldeggiando sui cadaveri che i Finntroll si sono lasciati alle spalle e creando un vero e proprio unicum nel panorama siderurgico scandinavo.
Una buona testimonianza delle smanie pazzoidi della band di Oslo arriva da "Kaptein Kaos", sesto lavoro sulla lunga distanza dei nostri. E per accorgersene non serve fare molto: basta mettere il disco nel lettore e premere il tasto play!
Fintanto che si mantengono sui territori cari a quasi tutti i loro predecessori, i TrollfesT non riescono però ad entusiasmare più di tanto: si tratta grosso modo di cose già sentite in molte occasioni e quindi prive di un qualche fascino peculiare. Quando però entrano in scena la dolcezza prettamente etnica di "Seduction Suite No.21" è impossibile non spalancare la propria emotività alle musiche, diventando così facili prede per quello che viene dopo.
Per non parlare poi del puro cabaret di "Sagn Om Stein" e dell'arabeggiante "Renkespill", due momenti che incuriosiscono e fanno sorridere, portando la complicità dell'ascolto a livelli incredibili!
E la caratteristica più avvincente e succulenta del full-length non è neanche tanto legata al miscuglio di generi, stili e furfantaggini etniche che coprono quasi tutto il globo terracqueo in quanto a stimoli e derive culturali. No, la componente più invitante del sound dei TrollfesT è proprio la capacità della band di non prendersi mai sul serio, di scherzare in ogni circostanza, rendendo così l'album dinamico, leggero e godibile!
Insomma, se non è ancora possibile dire che l'allievo ha superato il maestro, di certo sembra indiscutibile il fatto che i TrollfesT siano una delle realtà più interessanti del panorama folk-metal! E di certo quella più spiritosa ed insulsa!
Voto:7
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