2015-02-11

Eternal Enemies

recensione di eternal enemies degli emmure

Emmure - (2014)


Si possono coniugare il nu metal degli anni '90 con ondate metalcore e la lezione dei Meshuggah in un unico impasto sonoro?
Certo che si può! E' quello che fanno gli Emmure di Frankie Palmeri!

Arrivati alla loro sesta pubblicazione sulla lunga distanza, i cinque americani spingono a più non possono sui clichè che loro stessi hanno per primi contribuito a far diventare un marchio di fabbrica di certo metal (pseudo)estremo, facendo probabilmente contorcere le viscere a tutti quelli che nel tempo hanno visto negli Emmure il classico esempio di volgarizzazione di qualcosa di nobile.
Sì, perchè la band del Connecticut non è solo un combo pronto a marciare sulle classifiche di vendite e far innamorare frotte di ragazzini in cerca di emozioni forti, ma è anche una realtà commerciale a tutti gli effetti, una di quelle band che prontamente vengono odiate da chiunque s'illuda di proferire il verbo della purezza stilistica.
Ma a Frankie Palmeri tutto questo interessa poco!
Anzi, prova addirittura a sfruttarlo a suo favore, tirando in ballo i suoi detrattori sfruttando lo stile caro al rap, cioè provando a guadagnare punti prevedendo le critiche che potrebbero piovere addosso a questa sesta creatura musicale del suo gruppo.
Critiche che possono tranquillamente ridursi a prendere di mira un songwriting poco fantasioso e parecchio derivativo, gli eccessi vocali dello stesso Palmeri, troppo disinvolto nel passare da una specie di parlato- suvvia, definirlo propriamente rap sarebbe davvero troppo!- a grida soffocate e suoni gutturali, ed un suono che sa molto di plastica colata a caldo.
Per il resto, la proposta sonora del combo americano non dovrebbe deludere le attese degli appassionati: energia a carriole, un buon appeal con quel meccanicismo siderurgico molto in voga negli ultimi tempi, testi macilenti e provocatori e un discreto gusto per il torbido dimostrano che, se la band statunitense voleva mirare all'anima più reazionaria dell'universo metallifero, probabilmente ha centrato in pieno il bersaglio.
Lo dimostrano i tre singoli estratti finora dal full-length ("Nemesis", "Like LaMotta" ed "E"), ma anche tutto il resto della track list, ossia un monolitico bombardamento a tappeto, superato il quale è impossibile non chiedersi dove si sia nascosto il gusto estetico e sentire una forte spinta a voler ricominciare tutto daccapo.

Insomma, indipendentemente dai vostri gusti musicali, quando si parla degli Emmure una cosa è certa: se li amate o se li odiate finirete comunque per fare il loro gioco!
L'unico modo per liberarsene è ignorarli; ma a giudicare da "Eternal Enemies" l'operazione potrebbe essere più ardua di quanto preventivato!
Voto:6

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