Megadeth - (1994)
Ricordo perfettamente il mio primo contatto con "Youthanasia"!
Ero un ragazzino in cerca di emozioni forti e poco tempo prima ero rimasto scioccato dal "Black Album" dei Metallica e da quel portento di energia firmato dai rivali Megadeth che risponde al titolo di "Symphony of Destruction".
Già piuttosto curioso, iniziai ad indagare, a cercare di capire da dove venisse tutto quel metallo colato a fuoco. Mi rivolsi a degli amici che sapevo essere appassionati seguaci delle evoluzioni del mondo siderurgico. Neanche il tempo di aprir bocca e uno di questi, visibilmente sdegnato, mi mise in mano "Youthanasia" ed emise poche, semplici parole: dopo i Metallica, mi si sono rammolliti anche i Megadeth!
Io rimasi stupefatto, praticamente interdetto visto che per me quel sound era il massimo di aggressività e cattiveria assaggiato fino a quel momento.
Contento del regalo, me ne tornai comunque a casa incuriosito e soddisfatto. Misi il sesto lavoro in studio dei Megadeth nel lettore e me lo sorbì tutto d'un fiato.
Effettivamente non aveva quel appeal mastodontico di "Countdown to Extinction"!
Sì, ne riproponeva le velleità melodiche, ma mancava quella energia grezza e trasbordante del full-length di un paio d'anni prima.
Per non sapere né leggere né scrivere, misi il cd in un cassetto e lì rimase per un bel po' di tempo.
Che "Youthanasia" è davvero un gran bel disco!
Effettivamente non è dinamitardo come molti dei precedenti lavori marchiati Megadeth, né ruvido e scapestrato come i primi album della band californiana; però, dal punto di vista melodico e per quel che riguarda i contenuti, questa sesta fatica sulla lunga distanza di Dave Mustaine può tranquillamente ambire ad un posto di rilievo in ambito metal!
Lo dimostrano brani meditati e in qualche modo riflessivi come "Train of Consequences"- che comunque ha un tiro tutt'altro che trascurabile!- "The Killing Road" e la spruzzatina di grunge che si può sentire nella stupenda "Family Tree", ma soprattutto quella che unanimemente è ritenuta la pietra dello scandalo per i metallari duri e puri, "A Tout le Monde"!
Inutile far finta di niente: con questo lavoro in studio i Megadeth escono definitivamente dall'ortodossia thrash. Ma siamo sicuri che per una mente introversa e delicata come quella di Dave Mustaine questo non sia un passo necessario per un'ulteriore evoluzione?
Voto:7
P.S.: allegato all'album potete trovare un secondo cd: si tratta della raccolta di b-sides e cover intitolata "Hidden Treasures" e pubblicata come EP a sé stante negli States. Nulla di particolarmente sconvolgente!
Su Graffiti Musicali, dei Megadeth potete trovare anche:
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