Mercyful Fate - (1996)
Dopo "Time" tutti i seguaci di King Diamond e soci speravano fortemente che l'appeal modesto del disco fosse dovuto al necessario periodo di rodaggio in vista del vero e proprio ritorno di una delle band più terrificanti degli anni '80!
Effettivamente, "Into the Unknown" dimostra che si trattava di una speranza ben riposta!
Il gruppo danese non riesce a sfornare un lavoro degno della storica accoppiata "Melissa"-"Don't Break the Oath", però, se non altro, dà vita ad un album che ha un qualche senso e che, anche da un punto di vista prettamente estetico, sa il fatto suo!
Magari King Diamond non sembra ai massimi livelli espressivi e certe soluzioni appaiono come sbiadite copie dei Mercyful Fate che furono ("The Ghost of Change") piuttosto che di altre realtà riconducibili al horror metal (ad esempio la pur caruccia "Fifteen Men", molto vicina allo stile di Alice Cooper), però nel suo insieme "Into the Unknown" suona bene, diverte e, se non si può affermare che si tratti di un disco capace di mettere spavento, di certo non trascorre senza far partire qualche brivido lungo la spina dorsale dell'ascoltatore.
E anche il resto del campionario sembra tornato su livelli decenti, potendo contare su una scrittura non esattamente virtuosa ma comunque interessante, su una struttura ritmica potente e puntuale e su riff che segnano la sensibilità come fa l'aratro con la terra.
La band che si presenta alla quinta release sulla lunga distanza è semplicemente una realtà che ha perso le sue caratteristiche peculiari ma ha capito che si può ancora fare buona musica anche senza sentirsi fondamentali per l'evoluzione della specie.
Forse è proprio questa umiltà di fondo che rende le musiche di "Into the Unknown" un'esperienza tutto sommato piacevole; o forse è l'abilità della band danese a migliorare di album in album. Lo scopriremo con il tempo, ovviamente!
Per ora godiamoci con calma questo "Into the Unknown", il vero e proprio ritorno sulle scene del Fato Misericordioso!
Voto:6
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