2015-08-26

Neffa & i Messaggeri della Dopa

recensione di neffa e i messaggeri della dopa

Neffa - (1996)


Giovanni Pellino: l'incarnazione perfetta di multiculturalità, poliedria artistica e fiuto concettuale. Più noto al grande pubblico con lo pseudonimo Neffa, il cantautore nato a Scafati- ma cresciuto artisticamente nel bolognese- inizia la sua avventura come batterista di varie band hardcore.
Non un fenomeno, questo è certo. Però quelle prime esperienze sono l'ideale presupposto per un giovane alla ricerca di una sua dimensione peculiare, di uno spazio nel quale potersi esprimere ed esplorare senza troppi patemi.

L'occasione arriva dalla nascente scena hip-hop italiana, dal quel underground che mette in contatto il cantautore campano con Deda e DJ Gruff, ossia quelli che qualche anno dopo quel primo incontro sapranno attrarre a sé la curiosità dei critici con il monicker Sangue Misto e un album- l'unico!- del calibro di "SxM" (1994).
Si tratta di uno dei primi esempi di rap a trovare qualche riscontro da parte di un mercato discografico scettico e poco attento all'evoluzione del suono come quello italiano. E della rampa ideale per il lancio di Neffa in quanto rapper, uno dei primi, uno dei migliori.
La prima opera solista s'intitola "Neffa & i messaggeri della dopa": non sfonda solo perchè la distribuzione e la promozione sono ancora a livello dilettantistico, ma porta un primo titolo nelle classifiche e pesca dal mazzo un paio di brani fondamentali per l'evoluzione della scena hip-hop tricolore.
Il traino è "Aspettando il sole": un craque di quelli che non si dimenticano in fretta. Anche grazie all'eleganza calda e sinuosa di Giuliano Palma, l'unico singolo estratto dall'esordio solista di Neffa diventa nel breve volgere di qualche settimana un must su tutte le radio.

Non basta: accompagnato dai "messaggeri della dopa"- Esa, Phase II, Kaos, DJ Gruff, Speaker Cenzou, Fede dei Lyricalz, Left Side, etc.- Neffa mette insieme rime fluenti, in diretto contatto con quella old school statunitense che al di là dell'oceano sta iniziando a mostrare i primi segni di cedimento, e una classe che, solo se vista con il senno di poi può apparire scontata o banale.
Nelle corde del rapper salernitano ci sono eleganza e classe, studio delle metriche e versatilità, una padronanza del mestiere dovuta alla lunga gavetta stradaiola e una verve rilassata e quasi lisergica che dal punto di vista estetico vale quanto un toccasana!
Le caratteristiche da tenere bene a mente sono legate alle frondosità dei campionamenti di "Puoi sentire il funk", al gusto intrippante de "In linea" e "La ballotta", alla furia improvvisata di "I messaggeri Pt.1" ed al senso "dopato" che il full-length nel suo insieme emana da ogni solco.

Il problema è invece legato al giudizio: in Italia, prima di Neffa, questa roba era pura utopia. D'altra parte, in altre parti del mondo tutto questo ben di Dio potrebbe andare bene come normale amministrazione o poco più.
Diciamo che "Neffa & i messaggeri della dopa" ha un valore storico immenso e una certa piacevolezza estetica tutt'altro che indifferente ai fini della valutazione. E' però ancora un album acerbo e non sempre convinto dei propri mezzi; una specie di riscaldamento, che diverrà incendio non appena le rime verranno ricalibrate e la "dopa", da messaggio, si trasformerà in sostanza!
Voto:6,5

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