2015-09-11

2014 Forest Hills Drive

recensione di 2014 forest hills drive di j cole

J. Cole - (2014)


Vuoi sentirti felice? Vuoi sentirti libero?
J. Cole- al secolo Jermaine Lamarr Cole- inizia così il suo terzo lavoro in studio, in maniera demagogica e formalmente allettante, quasi che tutto il resto del full-length esista con l'unico scopo di dare delle risposte, dei consigli per poter esaudire nel miglior modo possibile il desiderio che si nasconde dietro a domande dalla risposta ovvia.

Eppure il ragazzino di Francoforte non è di certo uno sprovveduto, un ingenuo frequentatore della periferia del rap!
Anzi, i suoi primi due lavori in studio sono stati apprezzati da pubblico e critica, e la maggior parte dei commentatori si attendeva il definitivo salto di qualità da questa terza fatica discografica.
Lui invece inizia così, posato, quasi dimesso, chiedendo "Vuoi sentirti felice? Vuoi sentirti libero?". Possibile che non ci sia qualcosa di più dietro ad un "Intro" così banale ed esteticamente svogliato?
C'è, ve lo assicuro!

Il "di più" dell'arte di J. Cole lo si può intuire dalla traccia successiva, "January 28th" e ancor meglio dal resto della track list, da un conglomerato di basi e rime che non disdegna uno sguardo al passato- le citazioni incluse in "G.O.M.D.", ad esempio- ma cerca sempre un suo risvolto personale, uno stile che possa essere elegante e riconoscibile ma anche personale e vivo.
E' l'appetito che muove il rapper tedesco- ma statunitense di adozione- la fame per una platea alla quale raccontare le sue storie, la sua vita, la sua arte. Una fame sana e ricca di sfumature, che sa mostrarsi vulnerabile e intima ("Wet Dreamz") ma anche velenosa e corrotta ("03' Adolescence") e che non lesina sulle citazioni ("A Tale of 2 Citiez", evidentemente ispirata dal lavoro di Charles Dickens) pur di trovare il modello più adatto per abbellire la sua storia personale.

Certo, J. Cole ha il vizietto tipico della sua generazione: cercare di raccattare tutto lo scibile modaiolo pur dare una forma appetibile al proprio disco. Si tratta della lacuna più grande di "2014 Forest Hills Drive", assieme ad un certo parossismo autobiografico non sempre gradevole da affrontare.
Per il resto, il rapper cresciuto a Fayetteville non può temere critiche di sorta!
Il suo stile è asciutto e versatile, perfettamente in linea con un atteggiamento moderno ed elegante e la possibilità di raccontare raccontandosi. Non solo: le basi sono tutte graziose e ben impostate, perfettamente funzionali al compito loro affidato, mai oltre le righe per quel che riguarda la forza espressiva né eccessive in chiave estetica.

Sinceramente mi piacerebbe che J. Cole si sbottonasse di più per quel che riguarda le argomentazioni. Però il ragazzo è giovane e ha ampi margini di miglioramento. Ragion per cui, "Forest Hills Drive" può benissimo essere considerato un bel disco.
Perfettibile, migliorabile sotto molti aspetti, ma potenzialmente ben oltre gli stardard coevi. E J. Cole a sua volta può rientrare tra i prospetti più interessanti dell'ultima generazione rap, un fuoriclasse che deve ancora sbocciare del tutto ma che già riesce a far intravedere parte del proprio talento.
Da tenere d'occhio!
Voto:6,5

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