2015-09-10

E da qui: Greatest Hits 1992-2010

recensione di e da qui di nek

Nek - (2010)


E va bene: parliamo d'amore.
Anzi, parliamo di quelli che cantano d'amore.
Da sempre principale ispiratore di poeti e cantanti, il sentimento caro a Cupido è il punto di riferimento per molta della scena musicale italiana. Si può cantare d'amore in ogni modo: con la canzonetta, con il rap, con il rock e con il metal. Lo si può fare con testi ambigui o con frasi profonde, con atteggiamenti melensi o con infantilismi vari. Quello che invece non si può tollerare da chi canta d'amore è la banalità!

Pausa... torneremo sull'argomento più avanti... Filippo Neviani, in arte Nek: uno dei cantautori più amati degli ultimi vent'anni!
Perchè? Probabilmente perchè il cantante di Sassuolo è immediato, scrive canzoni che si appellano a sentimenti e storie semplici, perchè ha un grande senso per sonorità facilmente accessibili, di quelle che prendono alla pancia e infiammano i sensi. Ma, diciamocela tutta, Filippo Neviani è famoso ed osannato dalle folle anche- se non soprattutto!- per un altra caratteristica: è un gran figo!
Aspetto da bel tenebroso, occhi di ghiaccio e un fare da marpione che non guasta mai: praticamente il non plus ultra per ogni ragazzina con gli ormoni in subbuglio in cerca di emozioni!
Nek inizia la sua carriera nel lontano 1986, poco più che sedicenne, passando attraverso vari gruppi giovanili- i Winchester, i White Lady- per arrivare, nel 1992, alla pubblicazione del suo primo album solista ("Nek"), passato quasi inosservato.
Migliore fortuna è toccata a "In te"- lavoro evidentemente acerbo, ma a conti fatti il migliore del lotto!- ed a "Calore umano". Poi arriva il boom mediatico: "Laura non c'è" spazza via la concorrenza con una facilità disarmante e obbliga i media a concentrarsi sul cantante emiliano con ingordigia, come se fosse l'ennesimo personaggio usa e getta che il mercato cerca di inghiottire.

Non sarà così!
Tra alti e bassi, Nek resiste per un buon decennio, sfornando singoli a ripetizione- "Se io non avessi te", "Se una regola c'è", "Ci sei tu", "Lascia che io sia", etc.- e tornando alla ribalta ogni qualvolta la sua figura rischiasse di eclissarsi. Tra musica leggera, rock, pop e quant'altro, Nek ha scritto parte della storia della musica da radio a cavallo dei due millenni: di questo gliene va dato atto. E questa storia viene raccontata con garbo e misura nella seconda raccolta ufficiale del Nostro: "E da qui", pubblicata nel 2010 e contenente stralci di tutto il campionario nekiano, dalle prime, infantili ballate ai pezzi da novanta piazzati sul mercato da adulto.
Bene... torniamo al tema di inizio post: il cantare d'amore!
Nek rappresenta con ogni probabilità il più evidente e marchiano esempio del cantar d'amore banale!
Occhio, non ne sto parlando come di una cosa negativa a priori! Anzi, in qualche caso- pochi a dire il vero: a memoria mi viene in mente la sola "In te"!- si tratta di una banalità intrusiva nei modi e piacevole nei contenuti.
Certo, cambiare argomento di tanto in tanto potrebbe essere un'idea da tenere in considerazione- l'assenza di un brano pregevole come "Il muro di Berlino c'è" lascia un tantino allibiti!- così come cercare linee melodiche diverse da quelle usate da altri, ben più dotati cantautori. Però il segreto di Filippo Neviani sta proprio nella sua infantile semplicità, nella capacità di attrarre a sé i cuori degli ascoltatori mostrando a loro la vita per quel che è: un ordinario rincorrere grandi sofferenze per poter godere di effimere felicità.
Non è quanto basta a salvare questa raccolta dalla mannaia di un giudizio secco decisamente sotto lo standard della sufficienza. Bisogna però ammettere che Nek ha un suo fascino. E, soprattutto, che sa gestirlo molto bene!
Voto:5

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