Neffa - (2013)
Il Neffa di "107 Elementi" ferma d'un tratto le lancette del tempo e le riporta indietro di un bel po' di anni.
Infatti il buon Giovanni Pellino si dimentica velocemente di essere un'icona del rap tricolore e imbastisce un album decisamente più sereno e maneggiabile, trascinato da una bomba mediatica come "La mia signorina" e perfettamente in grado di lanciare il nome di Neffa in ambito easy-listening.
A noi, però, di quel Neffa ci interessa poco.
No, non sto snobbando quanto fatto dal rapper campano tra il 2001 e il 2009: semplicemente si tratta di una versione artistica del Nostro che non mi attrae e non riesce a conquistarsi l'attenzione minima indispensabile per fungere da bersaglio per le mie critiche. E, dettaglio non indifferente, né "Arrivi e partenze" (2001), né i 3 album successivi fanno parte della mia collezione di dischi.
Detto ciò... eccoci a "Molto calmo". Settimo lavoro in studio del cantautore salernitano, primo timido tentativo di tornare a quelle radici in rima che da sempre fungono da spartiacque tra il Neffa personaggio ed il Neffa persona.
A giudicare dalle prime battute del full-length, sembra che la voglia di giocare con le ripetizioni ossessive e le ridondanze sintattiche tanto sfruttate ad inizio carriera, a Neffa proprio non gli sia passata. Poco male: significa che l'anima hip-hop è ancora viva e vegeta, come del resto si può intuire anche dalla ghost track, quella "L'anima" che riporta il cantante di Scafati a contatto con i suoi primordi musicali.
"Storie che non esistono", la title track, "Dove sei", "Tempo che se ne va"... sembra di essere tornati ai tempi della sperimentazione battistiana ma senza la stessa follia creativa, ossia di recuperare i contatti con certo synth-pop di ottantiana memoria ma con un bagaglio di esperienze che ne sconsiglia completamente l'usufrutto.
Per quel che riguarda i testi, Neffa tende a perdersi in storie che fanno fatica a trovare un nesso con la realtà, quasi che il suo stile di racconto sia portato a comunicare in codice con persone ben determinate, escludendo così l'ascoltatore da un dialogo all'apparenza unidirezionale.
Qualche emozione degna di nota arriva da brani come "La strada facile" e "Mostro", ma anche in questo caso le forzature non sono poche e soprattutto non sono irrilevanti.
Un po' poco per un artista completo e maturo come Neffa! Un risultato decisamente misero per chiunque ne abbia già assaggiato le doti in passato e non abbia nessuna voglia di accontentarsi di questo compitino ordinato ma privo di anima!
Voto:4,5
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