Neil Young with Crazy Horse - (1969)
Il debutto solista è andato. Forse non bene quanto avrebbe sperato Neil Young, però è andato. Ora bisogna rimboccarsi le maniche e far capire a tutti che quello era solo un punto di partenza, un appoggio solido sul quale costruire il resto della carriera.
Per fare un primo salto di qualità, però, ci vogliono degli ingredienti nuovi, capaci di aumentare la cifra stilistica del sound del cantante canadese. La prima componente a subire un cambiamento deciso è la scrittura, sì ancora legata allo stile del disco di debutto e sempre più vicina a quel ideale sonoro che in futuro verrà unanimemente riconosciuto come "rock alla Neil Young", però decisamente migliorata sotto il profilo della solidità e della fluidità concettuale. E poi ci sono loro: i Crazy Horse! La band che fedelmente servirà il suo condottiero lungo moltissime e complicate battaglie artistiche.
Accanto all'anima rock del disco ci sono ovviamente ancora momenti di puro folk ragionato, costruito sotto forma di ballata e squisitamente morbido nelle sue ondulazioni al limite del lisergico. Mi riferisco alla dondolante "Round & Round" ed al "requiem per i Rockets", come recita il sottotitolo di "Running Dry".
Con l'inizio degli anni '70 arriveranno infatti il capolavoro assoluto e altri due album imprescindibili per qualunque amante del rock e del folk. Ma a questo ci arriveremo per gradi...
Voto:7,5
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