Earthgang – (2015)
In questo periodo sto esplorando le evoluzioni del rap pescando album in maniera multidirezionale. Soprattutto dal punto di vista geografico.
Vi dirò che tutto sommato sono rimasto abbastanza deluso da quanto ho trovato. L’offerta generale sembra appiattita su standard mediocri, misure artistiche che premiano i muscoli o il turpiloquio, molto raramente la ricerca, sia musicale che testuale.
Per fortuna ogni tanto qualche soddisfazione arriva. In questo caso il punto di partenza è Atlanta, Georgia. Stiamo parlando del frutto del lavoro di due tizi abbastanza strani: Olu e WowGr8.
Cos’ha di speciale “Strays with Rabies”? Che tradotto significa randagi rabbiosi o qualcosa del genere, tanto per capirci… Verrebbe da dire tutto. Ma così non avremmo detto niente, quindi partiamo da una specifica tanto banale quanto fondamentale: la fantasia. Nelle musiche, nei costrutti, nei temi, o meglio nel modo in cui i temi vengono portati in rima e flow.
Qualche esempio? “Momma Told Me”, “Liquor Sto’”, la stupenda e psicotropa “New Negro Spiritual” e “A.W.O.L.” giusto per citare qualche titolo abbastanza appetibile anche se avulso dal full length. Perchè va subito specificato che questo secondo lavoro sulla lunga distanza della coppia statunitense funziona bene se spezzettato nelle sue componenti ma arriva al suo apice espressivo solo se goduto nella sua interezza, come un’unica, instabile narrazione.
Il motivo principale per questo stato di cose è legato al mood generale del disco, alla rilassatezza di base che accompagna la componente estetica, dove non c’è spazio per strilli o per esagerazioni che non siano puramente funzionali al contesto. Questo non significa che le rime degli Earthgang non sappiano essere dure, colpire al bersaglio con non poco veleno e, per quanto in qualche caso un tantino oltre i limiti di comprensibilità immediata per chi come me non sia pratico di certo slang, non siano capaci di provocazioni taglienti e boutade in perfetto equilibrio tra sarcasmo e volgarità. Insomma, un po’ tutto quello che troviamo normalmente in un disco rap, solo fatto un po’ meglio.
Quello che però funge da effettivo punto di non ritorno per quanto riguarda “Strays with Rabies” è la componente musicale. Non c’è una base che non sia la perfetta conseguenza di quella precedente e il lancio ideale per quella successiva. L’album è un percorso unico, solido nella sua continua ricerca del suono e morbido nell’intessere la confezione più idonea per l’esposizione vocale della coppia americana. Di più: sembra che gli Earthgang abbiano perfettamente assimilato la tradizione rhythm’n’blues che, volendo usare un paragone un po’ altisonante, porta fino a Marvin Gaye.
Sia chiaro, non è tutto oro quel che luccica. Ogni tanto l’album sembra un po’ troppo appagato di sé stesso per restare credibile per tutta la sua durata. Si tratta di un evidente peccato di gioventù, null’altro; però è quanto basta per far sorgere il sospetto che comunque lo si voglia valutare, “Strays with Rabies” non può in alcun modo venir considerato un lavoro definitivo. Un potenziale ulteriore traspare dal meticoloso lavoro sugli intermezzi e sui tempi scenografici, perfettamente studiati, oltre che dalla cura per il suono e per le atmosfere.
Insomma, se il buongiorno si vede dal mattino, gli Earthgang potrebbero diventare un punto di riferimento davvero interessante per una nuova generazione hip hop. Speriamo bene…
Voto:7
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